venerdì 31 maggio 2013

Prova d'appello (S. Turow) - Venerdì del libro

Tra le varie foto che ho scattato al libro "Prova d'appello", questa è quella che più mi è piaciuta. Un controsenso, no? Non è una bella foto, l'immagine è "bruciata", i colori snaturati... eppure è quella che più mi è sembrata adatta a rappresentare il giudizio che tra qualche attimo andrò ad esprimere su tale libro.

Prova d'appello è uno dei libri che ho comprato a peso (spendendo 2,29 euro per il semplice fatto che ha una copertina rigida... altrimenti l'avrei pagato un euro o poco più!). Romanzi ambientati nel mondo dell'avvocatura, negli ambienti legali, dove i protagonisti sono avvocati o giudici non mi dispiacciono affatto e, anche se spesso li trovo un tantino ripetitivi e poco originali a volte, non ho avuto dubbi nel prenderlo dal banco dei libri a peso. Visto che siamo di nuovo sul finire della settimana (come vola il tempo!!!), ne vorrei parlare per questo Venerdì del libro.

La storia è quella di un giudice che si trova a fare un viaggio indietro nel tempo, nel suo passato, in parallelo con un processo rispetto al quale deve prendere una decisione. Allo stesso tempo, si trova a vivere sotto la minaccia di un misterioso "N. 1" che gli manda messaggi di posta elettronica che partono dalla sua casella postale e, solo più avanti lo si scoprirà, dal suo stesso pc.

Due aspetti della vita del giudice Mason che si intrecciano tra loro a doppia maglia e che vengono narrati con un ritmo che oserei definire nella norma. Ho trovato piuttosto assurdo che una vicenda del passato riaffiorasse alla memoria di quel giudice di successo solo dopo 40 anni e per via di un processo che lo ha rimandato indietro nel tempo. Un assurdo che viene motivato con una sorta di "rimozione" dell'accaduto ma che a me è sembrata una forzatura.

La lettura è scivolata via senza particolari colpi di scena e senza scossoni: un libro dal quale non c'è da aspettarsi più di tanto ma che per gli amanti del genere rientra nella media, senza esagerazioni però.
Per essere stato acquistato a due euro o poco più, mi sento di promuoverlo ma se lo avessi comprato al prezzo di copertina (18.50 euro) sarebbe stato un piccolo furto... mi si passi il termine.

Se lo consiglio? Se lo trovate ad un prezzo scontato perchè il prezzo pieno, secondo me, è troppo alto per una storia che non dà i brividi e non lascia più di tanto pur non rivelandosi una delusione assoluta.

Ps. perchè quella foto ben mi rappresenta il libro? Perchè mi è sembrato un libro dai toni sbiaditi in alcuni passaggio, malgrado le tinte forti di altri... 
***
Prova d'appello
Scott Turow
Mondadori
18.50 euro - comprato a peso a 2,29 euro


venerdì 24 maggio 2013

Le parole scappate (A. Papini) - Venerdì del libro

Per questo Venerdì del libro, al quale arrivo sul filo di lana per via di una giornata particolarmene intensa, propongo un libro molto particolare, molto bello e toccante.

Si tratta di Le parole scappate, edito da Caccole e Coccole, scritto ed illustrato da Arianna Papini. 
Avevo conosciuto questa casa editrice tempo fa, su suggerimento della responsabile della biblioteca del mio comune, con "L'isola delle cacche" ed anche questa volta è merito suo se sono tornata ad avere un altro libro della stessa casa editrice tra le mani. 
Particolare era il primo, particolare è questo anche se ognuno a modo suo.

Si tratta di un libro che narra una storia a due voci: quella di un bambino che ha difficoltà proprie della dislessia e quello di sua nonna, malata di Alzheimer. Di primo acchitto anche io ho pensato: "...ma che storia triste sarà!!" come sono certa che qualcuno di voi starà pensando in questo momento.

Invece no. Non è una storia triste. E' una storia molto dolce, due vite che si incrociano, ognuna con le sue difficoltà, e che si compensanso l'un l'altra in un modo talmente intenso e delicato da farmi quasi commuovere. Eh si, perchè ho pensato a quella nonna con il volto della mia, di nonna, che seppur non nelle stesse condizioni di difficoltà della protagonista del libro ha pur sempre 92 anni. Ed ho pensato ad un bambino dell'età del mio che potesse avere le difficoltà del piccolo protagonista: i suoi pensieri, le sue paure, la sua difficoltà nel comunicare tutti ciò all'esterno... Bhè, nel leggere quelle parole ho dato un volto a quel bambino ed è sembrato tutto molto reale. Pur non conoscendo da vicino ne' le difficoltà legate alla situazione del piccolo protagonista ne' quelle di un malato di Alzheimer in maniera diretta, non è difficile sentirsi addosso quella storia.
Ecco, è proprio questa la sensazione che ho provato nel leggere questo libro: ho sentito addosso a me quella storia come se ne fossi in qualche modo protagonista.
Non voglio svelare di più, dico solo che il libro è scritto a caratteri grandi per poter essere letto agevomente, è correlato da illustrazioni molto belle con pagine centrali che raddoppiano nel loro formato.
E' un libro molto intenso, dolce-amaro, doloroso ma anche carico di speranza, che mi ha fatto riflettere. Dolce-amaro... si, perchè da quelle righe traspare la sofferenza di entrambi i protagonisti ma anche la loro voglia di ritrovarsi l'uno nell'altra, la speranza di poter avere qualche cosa di bello nel proprio futuro, seppur con i rispettivi limiti. Trovano un modo per esprimere ciò che sentono, lo trovano nell'arte, lo trovano l'uno accanto all'altra.
E' un libro che consiglio senza riserve. Lascerà il segno. 
Aggiungo questa lettura a quelle con cui partecipo a "Io leggo italiano"
***
Le parole scappate
Arianna Papini
Edizioni Coccole e Caccole
11.90 euro

mercoledì 22 maggio 2013

Libri... variazioni sul tema... Scarabeo fai da te!

Oggi pomeriggio, all'oratorio LABORATORIO DEI SOGNI, abbiamo costuito lo scarabeo e ci abbiamo giocato.
Due le ore a nostra disposizione e, mentre la settimana scorsa la variazione sul tema "libri" è stata quella con la costruzione dei segnalibri, per oggi abbiamo "variato" usando le parole che, infondo, sono l'elemento essenziale dei libri. Senza parole niente libri! E allora, perchè non giocare un po' con loro?
Il materiale di partenza sono stati tappi di plastica, fogli di carta bianchi da cui ricavare dei cerchietti di poco più piccoli dei tappi, pennarelli colorati, colla seguendo anche le indicazioni di un'amica delle rete, che ringrazio per la dritta. Abbiamo usato un colore per ogni lettera in modo da dare un po' di vivacità alle nostre lettere: sono stati i bambini a chiedere di poter usare un colore diverso per ogni lettera... perchè no?
A casa, nel preparare il materiale, avevo pensato di stampare le lettere al computer chiedendo loro solo di ritagliare i cerchietti con dentro le letterine ed incollarli sui tappi ma poi mi sono detta che lo spirito del laboratorio era anche quello di realizzare qualche cosa con le nostre mani per cui ho ridotto l'uso del pc alla sola stampa dei due scarabei previsti dal regolamento. Per il resto, scrittura a mano. 
I bimbi, a dire il vero, dopo l'entusiasmo iniziale hanno un po' allentato la presa soprattutto vedendo che ci voleva un po' di tempo e di paziena nel ritagliare cerchietti, disegnare le lettere e incollare il tutto sui tappi ma io non mi sono lasciata abbattere ed ho continuato il lavoro. Ogni tanto qualcuno tornava a fare qualcosina per poi allontanarsi di nuovo ma... niente paura...

Alcuni di loro mi hanno aiutata, altri solo per un po' ma... magia delle magie... quando stavo per finire - grazie anche all'aiuto di un'altra mamma sopraggiunta nel frattempo - si sono tutti riavvicinati per iniziare a giovacare con il nostro coloratissimo Scarabeo del Laboratorio dei Sogni. Carino....
Il risultato mi è proprio piaciuto (e credo che sia piaciuto anche ai miei piccoli aiutanti) così come mi sono divertita a giocare con loro e a vederli tutti concentrati nello scegliere le loro paroline. Ovviamente lo abbiamo semplificato rispetto al gioco originale (che tanto mi piace!) e non abbiamo usato punteggi, nemmeno il tabellone con le caselle... Abbiamo improvvisato una partita sul tavolo dell'oratorio e credo che l'esperimento sia riuscito.
Nel realizzare le letterine ho seguito le indicazioni dello Scarabeo originale, preparanto tante lettere quante erano indicate nel regolamento, con due scarabei-jolly. 
Ho lasciato i tappi-lettere in un sacchetto in dotazione a chi frequenterà il Laboratorio dei sogni anche in mia assenza e spero che ne facciano buon uso.
Ed ora... tutti a giocare!!!
Che dite? Non è un buon risultato e un modo divertente di giocare con le parole?

venerdì 17 maggio 2013

Ninfa Plebea (D. Rea) - Venerdì del libro

Ninfa Plebea è un libro che ho letto aderendo ad una iniziativa proposta nel mio comune, quella dei Libri SEMpre in giro: libri di proprietà di lettori privati che vengono inseriti in uno scaffale virtuale dal quale si può attingere per avere dei prestiti, a potenziamento dei prestiti che si possono avere dalla biblioteca.
Avevo voglia di leggere un autore italiano e la scelta è caduta su Domenico Rea. L'autore racconta le vicende di Miluzza, una ragazzina nata "in un pozzo sporco e buio" e vissuta nella Nofi della seconda guerra mondiale. La ragazzina è lo specchio di un'epoca, di una terra che viene raccontata con dovizia di particolari anche nelle situazioni più torbide ma senza mai scadere nel volgare, senza eccessi. Tutto avviene con estrema naturalità nel mondo attorno a Miluzza così come in lei: quella ragazzina che inizia a conoscere la sua femminilità, i piaceri legati alle esperienze sessuali in modo naturale, come se fosse "roba d'ogni giorno" matura in fretta anche per via di una vita che non è stata poi così clemente con lei.
Tra un'amicizia che si estrinseca, a volte, in atteggiamenti un po' ambigui e la vita di ogni giorno "per tirare avanti", Miluzza arriva alla svolta che la porterà a conquistare quella normalità e quella serenità cui ogni ragazza ambisce. Conosce Pietro, un soldato che scappa dalla guerra, e per lei la vita cambia.
Nel restituire il libro, dopo averlo letto, ho lasciato un appunto sulla scheda che lo accompagna: "Un racconto sanguigno, di quelli che non badano a sottigliezze nel descrivere ambienti che trasudano vita da ogni angolo. La fotografia di un'epoca, una storia come tante, laddove "...tale madre, tale figlia" è l'assunto di fondo".
Questo il primo pensiero che mi è venuto in mente dopo aver terminato la lettura di un libro in cui l'autore traccia i contorni della società di Nofi con toni piuttosto decisi, tanto da permettere all'immaginazione del lettore di ritrovarsi proprio in quelle case, di sentire quegli odori corporali, di ascoltare quelle voci gracchianti delle donne del mercato.
E' un libro che si legge in fretta e che non si dimentica. Questa è l'impressione che ho avuto. 
Qualcuna delle amiche del Venerdì del libro - a cui partecipo anche oggi - l'ha letto? 
Aggiungo questo libro alla lista delle letture di autori italiani con cui sto partecipando a "Io leggo italiano".

mercoledì 15 maggio 2013

Libri... variazioni sul tema: segnalibri triangolari

Oggi pomeriggio è stata la mia prima volta all'oratorio "Laboratorio dei sogni", in un quartiere vicino al mio. Per passare il tempo in modo creativo e costruttivo, non solo giocando, ho proposto ai piccoli che sono venuti all'oratorio la realizzazione di segnalibri triangolari.
Mi ero imbattuta in diversi tutorial - più o meno elaborati - che proponevano diverse interpretazioni dell'idea di realizzare dei segnalibri triangolari ed avevo anche stampato delle immagini da portare con me per dare un'occhiatina e trovare l'ispirazione giusta. Ebbene, come mio solito, tutto il materiale che avevo preparato mi è rimasto in borsa a casa e con me ho portato solo... delle idee e tanta voglia di metterle in pratica.
Ma non ci siamo fatti mica prendere dal panico! No no... ci siamo dotati di carta colorata, pennarelli, forbici, colla (o no... la colla ce la siamo dimenticata ed abbiamo preso il nastro adesivo) e via...
Al lavoro: Art Attack del LABORATORIO DEI SOGNI.

Ho proposto loro il metodo più semplice per realizzare i segnalibri triangolari e, pur prevedendo che il risultato non sarebbe stato perfetto perchè, comunque, avremmo dovuto prenderci mano, ci siamo messi al lavoro.
I bimbi hanno seguito con interesse le indicazioni e alla fine siamo stati tutti soddisfatti del risultato. Ognuno ha interpretato a suo modo il segnalibro mostruoso e alcune ragazzine hanno anche dato la loro interpretazione romantica aggiungendo nastrini e perline. Nella maggior parte dei casi, però, si è optato per i segnalibri mostruosi!



Li hanno voluti portare a casa e mi sono sembrati contenti del risultato e di quanto fatto insieme. Spero che il pomeriggio sia stato positivo anche per loro, come lo è stato per me, e che abbiano portaato a casa il ricordo di gradevoli momenti creativi.

La prossima volta dovremo fare più attenzione alle misure: i nostri mostriciattoli sono un tantino grandini e in effetti i tentacoli si piegano all'interno del libro - quando lo si chiude - perchè un po' lunghini... faremo tesoro degli errori e ci miglioreremo! Di tempo ce n'è!

Ho voluto condividere questa esperienza in rete anche per ringraziare tutti coloro - blogger italiani ma anche stranieri - che hanno proposto nei rispettivi blog, i tutorial dei segnalibri che mi sono permessa di proporre "rubando" alla rete l'idea. Semplici da realizzare ma d'effetto.

AGGIORNAMENTO DEL 16 MAGGIO 
Questa sera abbiamo provato a fare a casa i nostri segnalibri, cercando di correggere gli errori fatti ieri. Ci siamo anche fatti aiutare da alcune sagome che ci erano avanzate quando con i libri creativi sulle borsette e sui mostri... in particolare abbiamo usato sagome mostruose avanzate a suo tempo ed il risultato è stata molto soddisfacente... almeno secondo il nostro punto di vista.

Abbiamo usato: carta colorata - fogli gialli per la precisione - carta bianca da cui abbiamo ricavato i denti, colla (al LABORATORIO DEI SOGNI avevamo usato il nastro adesivo ma con la colla il risultato è senza dubbio migliore, forbici con le punte arrotondate, occhietti e zampette che non avevamo usato, a suo tempo, per realizzare i mostriciattoli con l'apposito libro. Sagome semplici ma molto carine e d'effetto, incollate con la colla visto che non sono adesive.

Finito il lavoro i miei cuccioli hanno voluto usarli immediatamente per indicare il punto in cui erano arrivati a leggere i loro libri.

La principessa di casa sta leggendo "Le cinque leggende", storia di cui si è innamorata dopo aver visto il film al cinema assieme ai suoi amichetti in occasione di una festa di compleanno. E' una lettura "da grandi", non da adulti ma se non altro da ragazzini, con pochissime immagini e tanto testo: facilitata dal fatto di conoscere già la storia lo sta leggendo con interesse.
Il piccoletto, invece, ha preso dalla loro libreria un libro di Giulio Coniglio: le frasi sono poche e lo si legge in un attimo ma ha voluto comunque infilare una pagina dentro al segnalibro mostruoso...
Avendo appicciato anche orecchie, manone, strani capelli sui segnalibri, chiuso il libro restano fuori tali dettagli e l'effetto è davvero simpatico.
Carini, non c'è che dire! Quasi quasi ne faccio uno anche per me, rigorosamente mostruoso, è ovvio!!!

sabato 11 maggio 2013

Auguri a tutte le mamme...

Giornata intensa, quella di oggi... e proiettata a suo modo verso la festa della mamma. 
Così l'ho interpretata.

La consegna dell'attestato e di alcuni volumi in dono
Questa mattina si è svolta la cerimonia di consegna degli attestati di partecipazione a chi, come me, ha partecipato al gruppo di lettori volontari "Il Contafavole". Dopo aver scambiato quattro chiacchiere con le altre lettrici volontarie che erano al cospetto dell'Assessore alla Cultura Annalinda Pasquali e di Ermanno Pacini che ci ha guidate in questa avventura, dopo aver ritirato gli attestati di partecipazione con i volumi che ci sono stati donati, dopo la foto di gruppo e dopo aver iniziato anche a pensare ai prossimi appuntamenti, mentre tornavo a casa - da sola, in macchina - pensavo... 

...i miei cuccioli che tentano di avvicinarsi sempre più a me!
Auguri a quelle mamme che mettono un po' del loro tempo a disposizione degli altri.... non per questo lo sottraggono alla loro famiglia ma lo mettono a frutto in modo diverso dal solito. Nel mio caso, ad esempio, i miei bimbi sono stati sempre con me durante le letture ed hanno vissuto con me questa esperienza anche imparando che ci sono momenti in cui la mamma va condivisa con altri bambini e che quel rapporto esclusivo che si ha tra le mura di casa deve cedere il posto ad un'esperienza più allargata. E' stato motivo di crescita per me e per loro. Con me c'erano altre mamme ma anche nonne, zie, insegnanti.

Nel pomeriggio sono stata all'apertura di un oratorio allestito da un gruppo di genitori di un quartiere del mio Comune, in collaborazione con il parroco. 
Si tratta del LABORATORIO DEI SOGNI: pensato, allestito e gestito da un gruppo di genitori che hanno ritenuto utile per i loro figli mettersi a disposizione, a turno, dei bambini del quartiere per permettere loro di passare un po' di tempo insieme, sotto la loro sorveglianza e sotto la loro guida.

Mentre sentivo le voci festose dei bimbi presenti, mentre guardavo i genitori intervenuti, pensavo...
In un'epoca in cui ognuno è sempre più tenato di pensare a se stesso, non è roba da poco trovare un gruppo di mamme e di papà che decidono di portare avanti un progetto comune, mettendosi a servizio in modo volontario dopo aver dipinto pareti, pulito locali, decorato angolini di questo o quel muro, cucito tendine e tutto il resto. Ho pensato: che bel modo di festeggiare la festa della mamma... tutti insieme, attorno ad un obiettivo comune che si traduce semplicemente nel BENESSERE dei nostri figli! 
Non l'ho detto a nessuno ma ammiro persone così. Un gruppo di famiglie molto affiatate tra lorom tra le quali mi sono sentita un'estranea, all'inizio... Io non vivo in quel quartiere e sono un po' più distante dal gruppo, non faccio parte di quella cerchia di amicizie anche se, grazie alla scuola (e un po' anche al mio carattere, lo ammetto) ho iniziato a stringere rapporti con loro trovandomi molto bene. 
Quel senso di "smarrimento", però, è durato solo un'attimo perchè sentivo che c'era qualche cosa di più forte nell'aria, qualche cosa che permette di abbattere anche quelle titubanze che possono esserci, all'inizio, in situazioni di questo tipo. Vorrei poter dare anche io un contributo alla riuscita di questo progetto e mi sono sentita ben accetta da tutti: questo ha arricchito anche me. Sarebbe bastato ignorare l'apertura dell'oratorio, starmene a casa per i fatti miei (come magari qualche altro ha pure fatto!) e le cose sarebbero andate in modo diverso, no? Credo che, però, avrei perso molto. Avrei perso lo spirito di gruppo che quelle persone mi hanno trasmesso ed anche l'occasione per condividere il mio tempo e crescere facendo anche un'esperienza simile.

Poi, dopo l'apertura dell'oratorio, sono andata in Chiesa dove si celebrava una funzione religiosa in memoria di una mia amica, una giovane mamma scomparsa due anni fa in concomitanza con la Festa della Mamma. Ero lì, seduta sulle sedie laterali, e pensavo...
Quanti progetti aveva fatto la mia amica per sua figlia... quanto amore aveva messo in ogni gesto, in ogni decisione, in ogni scelta... Quanto avrà sofferto, durante la malattia, al pensiero di dover lasciare sua figlia così piccola, più che tutti gli altri... 
Quanto ci manca la sua voce, il suo sorriso, la sua esuberanza, il suo modo di preoccuparsi per la sua piccina... A lei il mio pensiero e l'augurio di trovarsi, ora, in un posto migliore... anche se qui ci manca tanto, ci manca tutto di lei!

Ed a cena, a casa mia: nella stessa stanza quattro generazioni per una fascia d'età che va dai 6 a 93 anni. I miei figli, io e mio fratello con la sua ragazza (uno dei due, perchè l'altro è in viaggio per lavoro), mia madre, mia nonna, mio padre, mio marito.
E pensavo... Quanto amore era racchiuso stasera in casa mia? Quante preoccupazioni, quante soddisfazioni, quante lacrime e quanti sorrisi accumulati nel corso degli anni da tutti coloro che erano in casa mia?
Chissà se mia madre e, prima di lei mia nonna, aveva immaginato da giovane che la sua vita sarebbe stata così come è stata? 

Giornata intensa e carica di riflessioni... Probabilmente sono io che penso troppo, ma la giornata di oggi mi è sembrata ricca di tanti spunti che mi hanno rimandato, in un modo o nell'altro, alla festa della mamma... Se a tutto ciò sommiamo anche i regalini che i miei figli hanno sistemato in salotto (realizzati a scuola) e le dolci poesie che non sono riusciti a trattenere fino a domani... bhè... credo di aver festeggiato a dovere la festa della mamma!

AUGURI A TUTTE LE MAMME 

venerdì 10 maggio 2013

Giochi e attività nel bosco e in città (Monika, Petra e Ursula Bezdek) - Venerdì del libro

Siamo oramai a metà maggio e le belle giornate dovrebbero (dico dovrebbero) essere arrivate. Con loro, la voglia di stare all'aria aperta e di giocare non più tra quattro mura bensì in mezzo alla natura. Quando possibile, ovviamente.
Leggendo il volume "Giochi e attività nel bosco e in città" mi è venuta una gran voglia di stare all'aria aperta con i miei bimbi e di godermi ogni attimo con loro.
Si tratta di un libro che raccoglie idee per divertirsi ed imparare nella scuola dell'infanzia: è un libro mirato a quella fascia d'età e all'ambiente della scuola ma vi sono riportati dei giochi e delle attività che ben si adattano a situazioni che si svolgano anche al di fuori dell'ambiente scolastico. 
Il libro è strutturato in 18 unità che riportano attività e giochi da fare nei vari ambienti: in città, nel bosco ma anche in giardino o in casa. Vengono proposti giochi che fanno avvicinare i più piccoli alla natura, giochi musicali, giochi più o meno tranquilli ma sempre incentrati sul divertimento.
Due le parti in cui è suddiviso il libro: la prima è "Giocare nel bosco", la seconda "Giocare in città".
Nella prima parte vengono forniti suggerimenti su come familiarizzare con il bosco per passare poi a giochi di movimento, di orientamento e ricerca, giochi di ruolo, attività che portano i bambini a conoscere l'ecosistema "bosco" e poi canti, giochi che mettono in moto tutti i sensi, esperienze notturne e attività legate alle stagioni del bosco.
Nella seconda parte si propone la conoscenza della casa e, per come è impostato il libro, per "casa" si intende la scuola dell'infanzia. Si passa poi alla scoperta dei diversi tipi di casa e dei diversi materiali con cui ogni abitazione potrebbe essere costruita, giochi in cortile, nella via di casa, lungo la strada (ovviamente con la dovuta cautela), in spazi naturali ricavati in città, attività che avvicinano i bambini alla vita amministrativa ma anche alla storia e alla cultura della propria zona compresa la conoscenza di teatri, musei, monumenti, arti figurative e così via discorrendo.

I giochi sono semplici da effettuare (alcuni sono anche piuttosto scontati nel senso che vengono abitualmente fatti in ambiente scolastico e non solo) con spiegazioni lineari e precise. Sono proposte anche illustrazioni, mappe, canzoni con tanto di note musicali. Si tratta di un libro che è indirizzato ad adulti che abbiano il compito, o la voglia, di far trascorrere del tempo ai bambini della fascia d'età della scuola dell'infanzia. Non perchè gli altri non possano giocare ai giochi indicati o partecipare alle attività proposte, ma perchè potrebbero annoiarsi o trovarli, soprattutto in alcuni casi, troppo semplici.

Per questo Venerdì del libro il nostro suggerimento è questo: le autrici - Monika, Petra e Ursula Bezdek (quest'ultima scomparsa nel 2003), sono le fondatrici dell'associazione Eltern-Kind-Programm (programma genitori-figli) di Stockdorf, nei pressi di Monaco di Baviera. Educatrici, animatrici e autrici di numerose pubblicazioni che riguardano l'esperienza della natura e l'apprendimento globale dei più piccoli, coordinano gruppi di genitori e organizzano seminari per insegnanti e famiglie.

Credo proprio che regalerò questo libro alle insegnanti della scuola dell'infanzia di mio figlio: lui è all'ultimo anno ma sono certa che, anche quando lui sarà alla scuola primaria, le insegnanti sapranno far tesoro dei suggerimenti che troveranno tra quelle 143 pagine, per la gioia dei bambini che verranno.
***
Giochi e attività nel bosco e in città
Monika, Petra e Ursula Bezdek
Casa Editrice Erickson
17.50 euro

mercoledì 8 maggio 2013

Le sorgenti del male (Z. Bauman)

Non un romanzo ma un saggio. Nera la copertina, "scuro" l'argomento, o meglio, "oscuro" l'argomento: il male. Quella che viene proposta dall'autore - Zygmunt Bauman - è un'analisi dei quelle che possono essere le origini del male, dei comportamenti malvagi, della cattiveria umana. Un compito non da poco, a dire il vero.
Le sorgenti del male: si tratta di un volume piuttosto snello a vedersi ma i contenuti sono molto impegnativi: in poco più di cento pagine, l'autore conduce il lettore in un viaggio che lo porta ad interrogarsi su come si arrivi a diventare "cattivo". Si è cattivo per natura o lo si diventa? Dove si deve arrivare per trovare l'origine del male che incombe sulla società? Si tratta di una ricerca vana o ci sono margini di successo in tale ricerca? 
Bauman propone un'analisi che pone in primo piano le scienze sociali e parte da un assunto: nel tempo, la storia insegna che il male non nasce da prediposizioni soggettive, innate nei "cattivi" ma da situazioni che hanno reso "cattivi" coloro che potenzialmente avrebbero potuto non esserlo.

Particolare attenzione viene riservata alla de-moralizzazione delle azioni, alla quasi indifferenza davanti al male...
Non sono molto brava a recensire libri di questo tipo (per una lettrice abituata ai romanzi, alle storie di altro genere, un saggio di questo tipo è una lettura rara e da fare una tantum) e non voglio inoltrami in valutazioni di carattere sociologico o di altro genere.
Mi limito a delle riflessione che sono state motivate dalla lettura di questo saggio: quante volte, davanti a terribili fatti di cronaca, sentiamo dire che "...era una famiglia normale, un bravo padre di famiglia, una madre modello e una tranquilla donna di casa". Quante volte il "cattivo" è una persona come tante altre, senza particolari segni di squilibrio o altri indizi che potessero far pensare che nel suo intimo stesse covando un disegno atroce? Come si può negare che, potenzialmente, il male potrebbe abitare in ognuno di noi? 
Se ne consiglio la lettura? Solo se ci si avvicina a questo libro con l'intenzione di aprire la propria mente a considerazioni che non hanno nulla a che fare con un racconto o qualche cosa di simile. Si tratta di un saggio che richiede attenzione e predisposizione d'animo per essere capito fino in fondo.
***
Le sorgenti del male
Zygmunt Bauman
Erickson Saggi Sociali
10.00 euro

venerdì 3 maggio 2013

Fai bei sogni (M.Gramellini) - Venerdì del libro

Quando lessi "L'ultima riga delle favole", di Gramellini, rimasi un po' perplessa. Se avessi dovuto far riferimento a quel libro per decidere se leggere altro di questo autore la risposta sarebbe stata senza ombra di dubbio "no". Probabilmente non ero nel periodo giusto per leggere un libro di quel tipo, non ero dell'umore giusto... non so.
Di recente, però, una mia amica mi ha detto di aver letto un libro molto bello che avrebbe voluto prestarmi: "Fai bei sogni" di Massimo Gramellini. Potevo forse dire "...no, grazie"? Non mi sono fatta influenzare dai ricordi della lettura precedente e l'ho letto. 


Fin dalle prime pagine ho dovuto ammettere che si tratta di un libro completamente diverso: questa volta Gramellini si racconta, racconta la sua storia, la storia della sua famiglia. Una storia dolorosa, segnata da una vicenda tragica i cui strascichi arriveranno fino alla maturità di quel ragazzino che si è trovato a vivere una situazione più grande di lui, senza capirla fino in fondo.
E' la morte della sua mamma. Una vicenda che lascia un vuoto incolmabile e che segna la crescita di quel ragazzino che si sente solo al mondo, che si interroga sul perchè la sua mamma l'abbia lasciato, sul perchè sia stata richiamata ad altra vita proprio lei, sua madre...
Questa volta Gramellini si mette a nudo e trasmette emozioni. La sua scrittura è fluida anche se, in alcuni passaggi, ho ritrovato lo stile del libro precedente. Senza esagerazioni, però. Questa volta il racconto è molto personale e tocca il cuore. C'è anche una svolta, una verità che mai il piccolo Massimo avrebbe immaginato. Una verità che gli è stata taciuta per tanti anni. Una verità scoperta da adulto, dopo aver vissuto una vita in ostaggio di una convinzione rivelatasi infondata.

In alcuni punti l'ho trovato un po' ripetitivo ma tutto sommato questa volta la lettura è andata avanti con piacere. L'epilogo si capisce a metà strada, più o meno, quando ci sono dei dettagli che sono già il sentore di qualche cosa di diverso da ciò che il protagonista ha in mente.

Continuo ad essere dell'idea di non avere un gran feeling con Gramellini - può capitare, non è detto che tutto debba piacere a tutti! - ma questa volta ho fatto un passo avanti verso la sua direzione apprezzando maggiormente la lettura. Da come me l'aveva descritta la mia amica magari ero partita con delle aspettative maggiori ma alla fine, seppur con un certo  ridimensionamento, mi sento di promuovere la lettura e consigliarla... Chi ha avuto un lutto, la perdita di una persona vicina, sentirà dire parole e trasparire sensazioni vissute sulla propria pelle... proprio come è accaduto al piccolo Massimo, prima, al giovanotto e all'uomo Gramellini poi.

Con questo libro torno a dare il mio contributo al "Venerdì del libro" dopo una settimana di pausa e partecipo anche alla gara di lettura "Io leggo italiano".