giovedì 31 dicembre 2015

Pel di Carota (J. Renard)

Pubblicato la prima volta nel 1894 (in edizione italiana nel 1915) Pel di Carota è un romanzo breve (141 pagine in tutto), di ispirazione autobiografica, scritto da Jules Renard. Un'opera che non ha soddisfatto l'autore più di tanto ma che, negli anni, è stata soggetta ad innumerevoli pubblicazioni con altrettante innumerevoli traduzioni. 
Io ho trovato l'edizione del 2003 in edizione speciale, venduta in abbinamento a dei quotidiani, stampata presso Grafica Editoriale Pinting Srl (Bologna).

Ho chiesto in prestito questo libro in biblioteca: ero alla ricerca di una storia da poter leggere la sera ai miei figli, come lettura della buonanotte, che fosse un romanzo, non un libro illustrato come quelli che abbiamo sempre letto da piccoli. Pensavo che la storia di Pel di Carota potesse essere divertente, leggera e adatta a sonni tranquilli ma, a dirla tutta, mi sbagliavo.
Già dalle prime pagine, lette ad alta voce con loro, la reazione non è stata positiva e mi hanno chiesto di cambiare libro.

L'immagine di un ragazzino che deve tirare il collo a due pernici - una delle prime immagini di Pel di Carota proposte dal libro - non è piaciuta molto ai bimbi. E come non dar loro ragione? Andando avanti il racconto non migliora...
Non l'ho proposto come lettura ad alta voce per loro ma l'ho letto io... non ho l'abitudine di lasciare i libri a metà (e in questo caso sarebbe stato ancora meno di metà) così sono andata avanti con la lettura.

Pel di Carota, al secolo  François Lepic, è un ragazzino che vive in una famiglia in cui i rapporti sono molto freddi e distaccati. Sua madre non lo ama, è l'ultimo di tre figli ed a lui sono riservate sempre le porzioni più piccole a tavola, le punizioni più dure, le sgridate più violente. Lui, di riflesso, sembra subire questa situazione con rassegnazione ma fino ad un certo punto. Con i suoi fratelli il rapporto non è dei migliori. Considerato come una nullità dalla madre, di riflesso Pel di Carota è tale anche al cospetto dei suoi fratelli. L'unico a dispensare briciole di affetto è i padre di lui, il Signor Lepic, sempre lontano per lavoro.

Un passaggio, tratto dall'album finale di Pel di Carota, rende bene l'idea.
Pel di Carota dà questo consiglio alla domestica Agathe: "Per mettersi in buona luce con la signora Lepic le dica male di me". C'è un limite. Infatti, la signora Lepic non sopporta che un altro che non sia lei tocchi Pel di Carota. Una vicina di casa si permette di minacciarlo: la signora Lepic accorre, si arrabbia e libera suo figlio che è raggiante di gratitudine. "E ora a noi due", dice lei.
Il ragazzino cresce quasi allo stato selvatico, compie gesta che poco hanno  che fare con un ragazzino della sua età. Maneggia armi da fuoco, spara ai gatti senza motivo, va a caccia con suo padre ed usa il fucile, beve superalcolici su invito del padre. Insomma, una figura tutt'altro che positiva.
Eppure in lui l'autore vede se stesso e il racconto è fortemente autobiografico. La mancanza di amore, la freddezza dei rapporti con i suoi familiari sono sentimenti a lui ben note, tanto da dare vita ad un personaggio molto "crudo" che, però, pur essendosi adattato alla situazione, ogni tanto dimostra di avere un lato sconosciuto a tutti.

E' una figura arcaica - basta pensare alla data in cui il romanzo è stato scritto - che però da lettrice adulta (pur non potendo dire, complessivamente, che il libro mi sia piaciuto) mi ha fatto molto riflettere sui rapporti tra madre e figlio, tra padre e figlio ed anche tra fratelli.

Un bambino che non è amato non saprà amare.
Un bambino che non conosce le coccole non saprà coccolare.
Un bambino continuamente schernito penserà che schernire sia la normalità.

Il romanzo sarà pure antico, ma quanto è vero tutto ciò, ancora oggi!

Questa lettura mi permette di partecipare alla Challenge 2016 - Le Lgs sfidano i lettori.
Per la prima tappa propongo questa lettura per il raggiungimento dell'obiettivo n. 1: un libro con un alimento nel titolo. In questo caso, CAROTA.

mercoledì 30 dicembre 2015

Prendi un lettore e mettilo in vetrina!

Il 2015 si chiude, per me, con la partecipazione ad una iniziativa lanciata da una libreria della zona: la vetrina della libreria Mondadori di Civitanova Marche (MC) nel periodo Natalizio si è animata grazie a tanti lettori che hanno accettato di "mettersi in vetrina" per mezz'ora, leggendo un libro.

Potevo forse mancare?
Mentre mia figlia era occupata a scegliere un libro da acquistare - e, come sua madre, ci mette sempre un sacco di tempo a decidere - io ho approfittato della poltrona rossa libera in vetrina e per una mezz'oretta mi sono dedicata alla lettura.

E' stata un'esperienza particolare: la curiosità di molti è stata stuzzicata dalla lettrice in vetrina. Non che fosse un bello spettacolo da vedere, imbacuccata com'ero... ma vedere una persona "vera" che sfogliava una pagina dopo l'altra e si soffermava a leggere un libro ha incuriosito parecchi.

Ed io?
Bhè... inutile dirlo. Quando leggo... leggo. Difficile distrarmi soprattutto quando ho tra e mani un libro che mi prende particolarmente. E trattandosi di La casa degli spiriti della Allende è stato proprio così.
E' stata una bella esperienza: un lettore in vetrina per dimostrare quanto sia bello vivere un'avventura che ti estranea da tutto il resto, quanto catturi una bella storia, quanto il tempo passato a leggere non sia affatto tempo perso.

La proprietaria della libreria ha proposto tale iniziativa promettendo, in cambio di mezz'ora di lettura in vetrina, uno sconto del 15% su un acquisto. A me l'idea è piaciuta non tanto e non solo per lo sconto (che comunque fa sempre comodo) quanto per vivere un'esperienza nuova e, secondo me, molto riuscita.
In tanti si sono avvicendati sulla poltrona rossa, di mattino e di pomeriggio, grandi e piccini, amanti di gialli così come amanti delle storie d'amore, dei fantasy come delle storie vere. Quando sono arrivata io in libreria la poltrona era vuota. Non mi ero prenotata per leggere in vetrina ma visto che non c'era nessuno in quel momento ho chiesto al proprietario di potermi accomodare, in attesa che mia figlia scegliesse. 
Le ci ha messo una ventina di minuti a scegliere i libri di suo gradimento e, pazientemente, mi ha aspettata iniziando a sua volta a sfogliare i suoi libri nuovi.

Esibizionismo? 
Io non la vedo così. 
Amanti della lettura - adeguatamente stimolati - hanno voluto dare una testimonianza del loro amore per i libri partecipando ad una iniziativa particolare, carina, originale che ha permesso di incuriosire i passanti e di catturare il loro sguardo verso il mondo dei libri. 
Se non ho capito male si tratta di un'esperienza proposta tempo fa in una libreria canadese, approdata in questo periodo natalizio anche dalle mie parti.

Mi piace chiudere così il 2015... Con riflettori puntati su chi ama la lettura. Che sia io o un'altra persona poco importa. Se può servire ad incuriosire e ad alimentare la voglia di leggere in qualcun altro, va più che bene!

BUON ANNO E BUON LETTURE

martedì 29 dicembre 2015

La casa degli spiriti (I. Allende)

La copia avuta in prestito in biblioteca del libro La casa degli spiriti era un bel po' consumata. Segno evidente che in molti l'hanno avuto tra le mani prima di me. 
Ci ho messo un po', ma alla fine l'ho letto anche io.
Si tratta del secondo libro di Isabel Allende che leggo e mi ha letteralmente rapita.

Una premessa è d'obbligo: ho letto in parecchie recensioni paragoni con Cent'anni di solitudine. Ebbene, io non l'ho ancora letto per cui non posso (e non voglio) fare confronti di questo tipo.

Parto col dire che con questo romanzo la Allende si conferma essere la mia autrice preferita. Con La figlia della fortuna avevo già avuto modo di conoscere il suo stile ed ora, con questa saga familiare sapientemente narrata, non ho più dubbi.

Anche questa volta ho trovato il libro scritto con caratteri piccini, fitti fitti, proprio come l'altro suo libro letto in precedenza. Le 364 pagine dell'edizione Universale Economica Feltrinelli che ho avuto tra le mani mi sono sembrate molte di più ed ho avuto la sensazione, in alcuni punti, che la storia fosse destinata a non finire mai. Questo, però, non vuol dire che la lettura mi abbia annoiata o stancata. Tutt'altro.

L'autrice racconta la storia di una famiglia e, allo stesso tempo, traccia i contorni di vicende storiche realmente accadute. Vengono citati personaggi a cui non viene dato un nome ma che possono essere fatti risalire senza fatica a personaggi realmente esistiti - come nel caso del Poeta o del Presidente - ed il racconto viene proposto come se fosse una voce narrante a parlare ma a ciò si alternano anche pagine in prima persona. Questo passaggio di consegne tra un modo di raccontare e l'altro non è fastidioso, non stona. Anzi... devo dire che ha reso il tutto molto più verosimile.

A raccontare la storia è l'uomo della famiglia, Esteban Trueba ma le vere protagoniste, secondo il mio punto di vista, sono le donne. Lo è prima di tutte Clara: è la sorella di Rosa, promessa sposa a Trueba. Ha dei poteri particolari che la portano a prevedere ciò che accadrà, compresa la morte della sorella che lascerà un grande vuoto nella vita di tutti, compresa quella del suo promesso sposo. Tempo dopo, Clara sposerà proprio quell'uomo prendendo il posto di sua sorella che, comunque, non verrà mai dimenticata.
Inizia qui una saga familiare ricca di accadimenti che si rispecchiano nella società cilena dell'epoca. Trueba si arricchisce, diventa il "padrone" e farà molta strada anche se il suo ruolo in famiglia vacillerà fino a decadere del tutto.
Clara è colei che tiene in piedi la casa, la proprietà, la famiglia stessa. Clara sarà colei che aprirà la strada ad altre donne della famiglia (Blanca, Alba) che avranno ruoli fondamentali nella storia della famiglia e non solo.

Il racconto è molto articolato, ricco di dettagli e descrizioni con periodi che a volte sono un po' troppo lunghi per i miei gusti ma che, nel contesto della storia, hanno anch'essi un compito ben preciso e rendono perfettamente al lettore le intenzioni dell'autrice nel rendere vivi i personaggi, vivide le loro emozioni, pungenti i loro discorsi.
Mi limito ad un particolare: un colloquio di Esteban Trueba con un personaggio femminile che avrà un ruolo importante nel racconto dura quasi tre pagine, senza nemmeno un punto. E questa tecnica narrativa rende perfettamente l'idea della concitazione con cui quell'uomo si rivolge al suo interlocutore in quel particolare momento.

L'autrice riesce a mettere in piedi una storia in cui gli eventi realmente accaduti (fino ad arrivare al golpe cileno del 1973 e a ciò che comporterà) con finzione e magia in un equilibrio secondo il mio parere perfetto. Il richiamo agli spiriti non scade mai nel ridicolo. Anzi, rende verosimili le scene dipinte con tinte a tratti forti e nitide, a tratti leggere e non semplici da definire. 

Sono stata sul punto di piangere in più punti, soprattutto quando l'autrice racconta il periodo della repressione, racconta della prigionia, delle torture, delle uccisioni.

La personalità dei vari personaggi emerge in modo chiaro ed intenso, soprattutto in quelli principali ed è difficile separarsi da loro tanto da voler continuare a leggere ancora, ancora ed ancora per sapere come andranno a finire le loro storie.

E' un libro che non dimenticherò, ne sono certa, e che consacra la Allende come mia autrice preferita.
Lo consiglio calorosamente a chi non l'avesse letto già.
Questa lettura mi ha fatto compagnia nel periodo natalizio e con essa partecipo alla Challenge 2016 - Le Lgs sfidano i lettori.
 
Per la prima tappa propongo questa lettura per il raggiungimento dell'obiettivo n. 2: un libro del mio autore preferito.
***
La casa degli spiriti
Isabel Allende
Universale Economica Feltrinelli
lire 13.000 - euro 6.71 (l'edizione che ho letto io è del 1987 ma il libro è del 1982)

lunedì 28 dicembre 2015

Nuovi arrivi#19, in biblioteca#17 e Regala un libro per Natale#3

Il 2015 si chiude con nuovi arrivi e, da quel che ho capito, non saranno nemmeno gli ultimi visto che mia figlia ha ricevuto in dono un buono acquisto in libreria che non ha ancora consumato del tutto e che intende far fuori prima della fine del 2015. Per ora segnalo alcuni arrivi di questi giorni.
Sotto l'albero ho trovato un solo libro - che a dire il vero mi è del tutto nuovo - donatomi da una mia amica. Si tratta de La scacchiera di Auschwitz e si presenta come una lettura piuttosto originale sul tema. 

Per il resto si tratta di libri per la principessa e l'ometto di casa. Pel di Carota l'ho scelto io, per loro, in biblioteca in occasione della nostra ultima visita dovuta alla restituzione di un altro libro. Avendone parecchi ancora da leggere in attesa nella libreria di casa non erano intenzionati a prendere nuovi testi in prestito ma ho insistito io, forse mossa dalla mia curiosità personale nei confronti di questa storia.

Usando in parte il buono che mia figlia ha ricevuto per fare acquisti in libreria ha scelto un albo sul natale, pieno di attività, curiosità, lavoretti ed adesivi sul tema del momento ed anche un libro illustrato, Il dono dei Magi, che ci è sembrato promettere molto bene dalla copertina.

In occasione della Tombola dei bambini mia figlia ha vinto il libro delle Buone Maniere per i più piccoli (da una primissima occhiata lei stessa ha detto che è molto interessante e che dovrebbe essere letto con attenzione da suo fratello). Premio molto gradito.
E poi aggiungo un librettino piccino piccino che narra una storia ecologica e si intitola Un cuore e due lattine, edito dall'Assessorato alla Cultura del Comune di Civitanova Marche nell'ambito di un progetto di valorizzazione di autori del posto ed in tema riciclo. Storia molto carina e che ben rende l'idea della lunga vita che può avere una lattina.

Un capitolo a parte merita la nostra partecipazione all'edizione numero 3 dell'iniziativa Regala un libro per Natale. L'anno scorso partecipammo per la prima volta ed abbiamo ripetuto l'esperienza aderendo alla proposta di Federica del blog mammamogliedonna.
Sono stata abbinata a Barbara, mamma di due gemelli e, come vuole il regolamento dell'iniziativa, dopo essere state abbinate ci siamo scambiate alcune informazioni per cercare di conoscerci un po' e per capire i gusti dei nostri figli.
Così, abbiamo scelto libri che potessero piacere ai suoi due gemelli ed atteso che arrivassero i nostri. 
Come Barbara racconta nel post relativo all'iniziativa, per loro abbiamo scelto una guidina di Parigi e Gli animali fantastici, dove trovarli per la bimba appassionata di Harry Potter.

Quando è arrivato il pacchetto l'emozione era palpabile. I miei bimbi si sono chiusi in camera mia - ho fatto fatica ad entrare perchè volevano essere soli! - e si sono contesi il pacchetto per poi decidere di aprirlo insieme. 
Per l'ometto di casa è arrivato un bel libro che racconta di un'altrettanto bella amicizia, con bellissime illustrazioni.
Per la signorina di casa un libro "da grandi", come piacciono a lei... e che di certo leggero anche io visto che mi incuriosisce un bel po'!
Bellissima esperienza anche quest'anno per due nuovi arrivi molto graditi!

Buone letture a tutti!

venerdì 18 dicembre 2015

Principesse dimenticate o sconosciute (P. Leehermeier - R. Dautremer) - Venerdì del libro

Il suo prezzo di copertina è di 24.00 euro... e li vale tutti.
Il libro Principesse dimenticate o sconosciute è bellissimo! Bello, bello, bello davvero.
Mi ero innamorata a prima vista qualche tempo fa alla fiera del libro di Bologna e, anche se a distanza di tempo da allora, è arrivato di recente a casa nostra.
Non posso limitarmi a dire che è stato regalato a mia figlia per il suo compleanno perchè è una mezza verità. 
La verità "vera" è che l'ho comprato io per conto di mia madre che poi l'ha regalato a mia figlia ma su mia precisa indicazione perchè... ok, lo ammetto... prima di pensare se potesse piacere a lei ero cerca che piacesse a me!
Bhè, è stato davvero un bellissimo regalo visto che mia figlia l'ha molto apprezzato e lo ha letto con attenzione e curiosità. Non l'ha letto tutto, sono parecchie pagine con tante informazioni, ma quel che ha letto l'ha proprio soddisfatta.

Intanto, prima di passare al contenuto, è un libro che si presenta davvero molto bene: bellissime immagini, pagine grandi, nel complesso pesante tanto da dare proprio l'impressione di contenere qualche cosa di prezioso.
Le immagini dono davvero belle e catturano al primo sguardo. Colori, forme, dettagli... molto belle. 

Poi il testo. O meglio... i testi... Vengono proposte storie di principesse poco conosciute (o del tutto sconosciute o, appunto, dimenticate) con tantissimi dettagli e curiosità. 
Vengono fornite guide pratiche per conoscere a fondo le principesse....

...e poi spiegazioni sulle abitudini delle principesse con tanto di disegni (come ad esempio il linguaggio dei ventagli)...
...ed ancora disegnini esplicativi...
 ...e alla fine tante, tante informazioni sui modi di dire riferiti alle principesse, un test per verificare la propria conoscenza sul loro mondo, i proverbi che hanno a che fare con loro, ed un doppio indice: uno analitico ed uno dei contenuti.

Trovo che sia un libro originale, ben fatto, particolare da leggere ed osservare, da rileggere ed amare sia da parte delle lettrici più romantiche ma anche da coloro che, pur non essendo tali, sono curiose rispetto a questo al mondo principesco.

Lo segnalo in questo Venerdì del libro pre-natalizio sperando anche di essere utile a chi ancora avesse un regalo da fare: costicchia, è vero, ma merita! E credo che verrebbe apprezzato anche da lettrici un po' più cresciutelle.

lunedì 14 dicembre 2015

La vendetta (A. Holt)

Dei libri che ho letto, fino ad ora, di Anne Holt, La vendetta è quello che mi è piaciuto meno.
Storia banale, scontata, dagli esiti che si possono immaginare fin dalle prime pagine, senza quel trasporto e quel coinvolgimento che in l'autrice era stata capace di trasmettere in precedenza.
Però non mollo. 
Il suo genere mi piace, il suo modo di scrivere anche. Non sarà certo uno scivolone - che ci può stare anche per i migliori - a farmi abbandonare questa autrice. Cercherò altro di suo e spero di tornare ai livelli precedenti.
Torna la coppia Hanne Wilhelmsen/Håkon Sand. Un politiadjutant, quest'ultimo, figura che esiste nell’ambito della polizia norvegese e che avevo già incontrato in precedenza. Si tratta di un giurista, superiore di grado ai normali funzionari in forza alla polizia.

Si stanno verificando degli strani crimini che, sistematicamente, tornano con periodicità a scuotere Oslo. In un contesto di incertezza, in assenza di vittime ma in presenza di scene raccapriccianti, si inserisce un violento stupro di cui dovrà occuparsi proprio Hanne. 
Non che non sia abituata a crimini del genere ma questa volta i conti non le tornano. Sente che sotto c'è qualche cosa di più ma non riesce a capire cosa...

La storia non decolla. La polizia ne esce a pezzi soprattutto quando l'indagine parallela portata avanti dal padre della vittima dello stupro arriva a risultati con una facilità disarmante mentre la polizia stessa si trova a ruotare attorno al niente.

Banale. Purtroppo questa volta la trama è banale e scontata. Avendo letto altro di questa autrice posso dire che non siamo agli stessi livelli di libri precedenti. E mi auguro che andando avanti possa ritrovare la Holt che ho imparato a conoscere ed apprezzare.

Non che abbia avuto voglia di abbandonare la lettura. Questo no. Mi sono vista sfuggire di mano pagine su pagine senza che la storia facesse alcun progresso e mi sono chiesta più volte come avrei potuto trovare qualche cosa di sorprendente nelle poche pagine che mi restavano da leggere.
Peccato. 
Della Holt ho letto di meglio.

lunedì 7 dicembre 2015

Nuovi arrivi #18, in biblioteca#16

Il mese di dicembre è iniziato alla grande in fatto di nuove letture arrivate in casa mia. Mi sembra proprio di sì!
In biblioteca ho preso, grazie ad un prestito interbibliotecario, La vendetta di Anne Holt. La protagonista è sempre la stessa ed avendo letto diversi libri precedenti, di questa autrice, sto proseguendo lungo quella stessa scia. E' il libro che ho al momento in lettura. 
Altro prestito, Isabel Allende con La casa degli spiriti. Ne ho sentito tanto parlare e alla fine ho ceduto: l'ho preso in prestito. Ho notato, sfogliandolo velocemente, che è scritto con caratteri piccini, fitti fitti... speriamo bene.... io leggo spesso di sera e spero di non affaticarmi troppo.
Opera prima di Renato Spina è un libro che mi è stato regalato da un'amica: un libro che non ha un editore, autoprodotto dall'autore (compagno della mia amica), un regalo che non mi aspettavo.
E siamo agli acquisti. Il primo è La barca dei folli  di Stefano Dionisi di cui ho avuto modo di parlare in un recente post e che ho preso con l'intenzione di regalarlo a mia madre... ma che probabilmente prima leggerò io. L'altro è  l'ultimo libro di Donato Carrisi, al quale non ho saputo proprio resistere, La ragazza nella nebbia. Spero tanto che non mi deluda.

E poi... una piccola meraviglia... Principesse sconosciute o dimenticate: un libro che avevo adocchiato tempo fa e del quale mi ero letteralmente innamorata... ci è voluto un po' ma alla fine è arrivato a casa nostra. Lo ha regalato mia madre a mia figlia per il suo 10° compleanno, dietro mio suggerimento (sarà stato più per accontentare me che mia figlia?). L'ho sfogliato e me ne sono innamorata ancora di più. Avrò modo di parlarne a tempo debito anche perché fino ad ora ne ho lette solo alcune righe.
Bello! Bellissimo!!! Non potrete non innamorarvene come è capiato a me!
Non male come avvio di dicembre, no?
Buone letture!

venerdì 4 dicembre 2015

Buona notte bambini (A. Pellai) - Venerdì del libro

I miei bimbi non sono più nell'età della ninna nanna per dormire.
Eppure, pur leggendo oramai da soli in modo spedito, il rito della lettura della buona notte resta sacro in casa nostra. Ascoltare una storia prima di andare a dormire è sempre un piacere, anche quando si è stanchissimi e ci si addormenta dopo pochissime parole.

Una delle ultime letture che ho proposto loro è stata Buona notte bambini. Una storia, e tante ninne nanne per addormentarsi.
Si tratta di un libro piuttosto ricco visto che propone una storia da leggere e contenuti da ascoltare grazie ad un cd audio. Al termine del racconto il libro propone i testi delle ninne nanne che possono essere ascoltate grazie al cd.

La storia concilia davvero il sonno. Non perchè sia noiosa ma perchè si parla di un gatto che ad un certo punto è così stanco ed ha così bisogno di dormire che... fa venire davvero voglia di chiudere gli occhi. Vive una grande avventura e... ad un certo punto... è proprio tanto stanco!

Il formato del libro ci è piaciuto molto così come le immagini che si accompagnano al testo.

E' un libro pensato per aiutare i genitori che, a loro volta, vogliano aiutare i loro bimbi a prendere sonno e a trascorrere una notte serena. Non c'è nessuna pillola magica da dare loro per dormire... no no... vengono proposti dei consigli per gli adulti sul tema "nanna", consigli legati alla storia da leggere e non solo. Il contenuto audio completa il tutto: non solo musiche e testi ma anche un commento dell'autore sul testo della storia con tanti spunti per riflettere e fare tesoro di ciò che viene detto. Insomma, non è un solito libro tradizionale, una storia punto e basta...  
Fa parte della collana Parlami del cuore junior, edito da Erickson e, come tutti gli altri libri di tale collana, prende spunto dalla vita di tutti i giorni di un bambino e della sua famiglia cercando di dare una mano nella gestione, per quanto possibile, dei vari problemi che si possono creare.

Onestamente non so dire nulla circa l'efficacia di questa storia su bambini che abbiano problemi a dormire perchè i miei problemi di questo tipo - per fortuna loro e nostra - non ne hanno avuti mai.
Ai miei la storia è piaciuta e... l'ometto di casa si è addormentato a metà mentre la principessa di casa chiuso il libro si è girata dall'altra parte e... sogni d'oro.
Tentar non nuoce, no?
Leggere un libro prima di andare a dormire è sempre un bel momento, con un libro pensato proprio per conciliare il sonno lo è ancora di più!

Trovo che sia anche un'ottima idea regalo, un buon dono per genitori e bambini concentrato in un unico libro. E' questa la mia (nostra) proposta per il Venerdì del libro di oggi.
***
Buona notte bambini - Una storia e tante ninne nanne per addormentarsi sereni
Alberto Pellai
Erickson Editore
13.50 € disponibile scontato qui

giovedì 3 dicembre 2015

Nemesi (J. Nesbø)

Questa volta Nesbø mi ha un tantino spiazzata. La quarta avventura di Harry Hole mi ha messa davanti ad un racconto un tantino assurdo per una serie di aspetti. Più assurdo del solito, oserei dire.

Partiamo dal punto di contatto con il libro precedente, il Pettirosso. Hole è ancora alla ricerca di una spiegazione - e di un colpevole - per la morte della sua collega Hellen e questa cosa torna più volte a galla durante il racconto. Non si rassegna ad una spiegazione che non l'ha affatto convinto, ad un colpevole che è stato ucciso prima che potesse dire la sua... ne Il Pettirosso ha una collega accanto a se durante il lavoro, una collega che stima e che è davvero in gamba. Ora non ce l'ha più, morta mano di qualcuno che lui sa non essere colui che è stato individuato come il suo assassino. Ma non ha prove e l'indagine è stata chiusa da tempo.
Ora il caso è un altro. 

Questa volta Hole ha a che fare con una rapina in banca finita in omicidio. Ed altre ancora, seguite alla prima, con modalità analoghe anche se - per fortuna - con epilogo diverso. 
La vittima della prima rapina è morta perchè si è trovata nel posto sbagliato, nel momento sbagliato? O c'è altro sotto?

Hole troverà un contatto importante... e qui c'è il paradosso. Un uomo che dal carcere - si è costituito spontaneamente - riesce a commissionare vendette a destra e a manca, riesce a controllare la vita altrui, a fare e disfare con più velocità di chi non fosse dietro le sbarre. Un po' esagerato anche se, lo ammetto, non posso sapere se nella realtà situazioni del genere siano plausibili oppure no. 

E poi la situazione in se, l'intreccio tra le persone, le storie, le colpe... Un po' intricato.
Il genere continua a piacermi, con gli alti e bassi di un autore che, comunque, continua ad intrigarmi e rispetto al quale non ho alcuna intenzione di mollare la presa.
Leggerò altro di suo. Senza ombra di dubbio. Sperando sempre in un ulteriore miglioramento che, ne sono certa, ci sarà.

Mi è stato poco chiaro qualche passaggio, mi è sfuggita qualche intuizione che, invece, evidentemente è molto chiara all'autore ma nel complesso, esagerazioni a parte, non posso dirmi del tutto delusa. Avendo letto un libro successivo a questo, con protagonista sempre Harry Hole il gigante biondo, so che Nesbø ha ottimi margini di miglioramento. E mi aspetto una crescita, migliorativa, già dal prossimo libro della serie. 

Chissà se le mie aspettative saranno soddisfatte....

lunedì 30 novembre 2015

La barca dei folli - Incontri con l'autore - Stefano Dionisi

Non è un romanzo. Non lo è affatto. Il libro La barca dei folli di cui l'autore - Stefano Dionisi - ha parlato nel corso di un incontro a cui ho avuto la possibilità di partecipare, non è un'invenzione ma il racconto di un'esperienza vissuta.
Lo scorso anno avevo avuto modo di conoscere Gianluca Nicoletti sempre nella stessa occasione - un seminario di formazione per giornalisti - e questa volta l'ho ritrovato nelle vesti di intervistatore visto che a lui è stato dato il compito di intervistare Dionisi nel parlare del suo libro.

Nicoletti, lo scorso anno, parlava di disagio legato all'autismo. Dionisi parla di disagio legato, in questo caso, a problemi con la propria mente. Il titolo del libro la dice lunga. 
Anche lui è salito sulla barca dei folli...

Ho comprato il libro in tale circostanza ma ancora non l'ho letto. Ne ho un altro in lettura e per il momento sono a posto ma credo che sarà il prossimo e passera avanti a molti altri che ho in lista d'attesa. Eh si, perchè l'autore mi ha incuriosita.
Intanto non si tratta di un personaggio qualunque ma un personaggio pubblico, un attore, un uomo di spettacolo abituato ad un certo tipo di vita e a tutto ciò che ne può conseguire.

Nicoletti lo ha introdotto facendo riferimento ad un momento in cui un uomo perde i suoi diritti fondamentali: quando la società lo definisce pazzo.
Una persona che si trova a vivere un momento particolare della propria vita, quando perde la capacità di controllo dei suoi pensieri, delle sue azioni, viene considerato una sorta di pericolo generale per il sentire comune. 
Ecco che inizia, per quell'uomo, un viaggio particolare. Quello che lo porta sulla barca dei folli.

Dionisi stava girando un film quando, all'improvviso, ha gettato via i suoi documenti e si è incamminato verso non si sa dove...

"Ero in Spagna - ha raccontato l'autore - ed ho iniziato a camminare come se fossi avvolto in un sogno. La realtà non era più tale attorno a me. Mi sono nascosto in un'abitazione da cui poi sono stato recuperato perchè, avendo lasciato un film, mi sono venuti a cercare. Da lì è iniziato il mio percorso nelle cliniche psichiatriche... Mi hanno fatto un TSO (trattamento sanitario obbligatorio) l'11 di settembre. Ricordo le immagini delle torri gemelle che venivano giù ma per me, in quel momento, non era qualche cosa di importante".

Da lì è iniziato l'avvio in un mondo parallelo che lo ha portato a contatto con diversi compagni e compagne d'avventura.

Nel libro, così ha detto l'autore, parla della sua esperienza, parla di se', della sua infanzia e di ciò che certe circostanze hanno voluto dire per lui. "...ero un bambino disadattato - ha detto - perchè mio padre si era allontanato dalla famiglia quando avevo cinque anni e l'ho rivisto dopo 25. Sentivo addosso a me profondi sensi di colpa per il suo abbandono... non ho mai saputo cosa volesse dire ascoltare le fiabe lette dalla voce del proprio padre... qualcosa di importante mi è mancato". 
Poi si sono ritrovati... ma suo padre non stava bene. Non è potuto andare nemmeno al suo funerale perchè era all'estero per lavoro, dopo essersi ripreso. 

Questo e molto altro ha raccontato. In un modo poco lineare, a dire il vero... ma posso comprenderlo. Non si tratta di parlare di una trama inventata ma di un momento difficile della propria vita e non credo sia affatto facile, soprattutto considerando la tipologia di problema.

Leggerò il suo libro appena possibile... so già che mi trasmetterà molto... lo sento a pelle.

venerdì 27 novembre 2015

Il corpo umano (P. Fabris) - Venerdì del libro

Quinta elementare. Arriva il momento di fare le ricerche insieme ai compagni di classe. La prima ricerca in assoluto che ha fatto mia figlia assieme ad altri suoi compagni è stata sul corpo umano, in particolare sull'apparato digerente. 
Non ha scelto internet per cercare informazioni ma ha scelto alcuni libri che avevamo nella libreria di casa. 
Li ha portati a casa della compagna che ha ospitato l'intero gruppo e quando è tornata aveva uno zainetto molto più pesante di quando era partita: un suo compagno le aveva prestato Il corpo umano edito da Giunti Junior in cui ha trovato 1000 domande e 1000 risposte sull'argomento.

"E' davvero molto interessante! Me lo ha prestato Gianluca". E' il primo libro in assoluto che definisce "molto interessante". Di solito dice  "...carino" oppure "...bella storia"... Abbiamo fatto un passo avanti.
Me lo ha mostrato e devo ammettere che non si sbagliata affatto.
In ogni pagina è indicato un interrogativo a cui si risponde in modo chiaro, esaustivo e comprensibile.
Non vengono usati paroloni e, allo stesso tempo, si fornisce una risposta completa.
Non mancano le immagini, le fotografie ed i colori che rendono il tutto ancora più interessante.
Contiene da interrogativi semplici a domande più complesse ed è davvero ben fatto. In libreria ci è passato molte volte sotto gli occhi ma prima di questo momento mia figlia non aveva mostrato per lui alcuni interesse...

Devo ammettere che avevo in mente qualche cosa di molto diverso di cui parlare per il Venerdì del libro di oggi ma l'entusiasmo di mia figlia mi ha contagiata ed ho cambiato idea all'ultimo minuto.

E' suggerito per bambini dagli otto anni ed è un'edizione di qualche anno fa che fa parte di una collana divulgativa distribuita da Giunti.
Consigliato anche per un regalo.
***
Il corpo umano
Paola Fabris
Giunti Junior
12.90 euro

giovedì 26 novembre 2015

Un amore di zitella (A. Vitali)

Ero alla ricerca di una lettura leggera, che mi permettese di fare una pausa tra un thriller e l'altro, tra una storia seria ed impegnata e l'altra. Qualche cosa di divertente, magari... e mi hanno consigliato Andrea Vitali.

Ho scelto Un amore di zitella, un titolo che mi era simpatico.

Ho consultato il sito internet del sistema interbibliotecario del mio comune e l'ho trovato in una biblioteca qui vicino. Ne ho prenotato il prestito e quando mi sono presentata per il ritiro mi hanno detto che era disponibile solo l'audiolibro... dopo un attimo di titubanza ho deciso di prenderlo comunque.

Non me ne sono pentita. Ho infilato il primo dei tre dischetti nel lettore audio della mia macchina ed ho ascoltato l'autore leggere il suo libro nel tragitto dalla biblioteca a casa e poi, nei giorni successivi, da casa al lavoro e viceversa.

E' stato piacevole. La storia non è una di quelle che si possono considerare indimenticabili, una storia di vita di paese con un bel carico di equivoci e cose dette non dette, proprio come capita spesso nella realtà.

La protagonista è Iole Vergara, una zitella che lavora in comune e che ha un'esistenza tranquilla, con giornate sempre uguali l'una all'altra. Improvvisamente, per via di una serie di equivoci, diventa la protagonista di una storia più grande di lei che sfumerà così come è stata montata. Ecco, dunque, che le sue tranquille giornate si animano, nonostante lei non abbia fatto nulla affinchè ciò avvenisse.

La sua vita di dipendente comunale, la figura del segretario comunale, le vicissitudini quotidiane con i permessi, i ritardi... una situazione che mi ha fatto pensare al mio lavoro di tutti i giorni e che in alcune descrizioni mi ha davvero divertita anche per le similitudini che nella mia mente si alimentavano di volta in volta. Non è un libro comico, di quelli che devono far ridere per forza, ma certe situazioni descritte con estrema semplicià da Vitali strappano davvero un sorriso.

Al di là della trama, dal punto di vista tecnico si tratta di un prodotto utilizzabile anche da non vedenti e ipovedenti, essendo un audiolibro. All'interno del cofanetto ho trovato, oltre ad un'indice con l'indicazione della durata di ogni capitolo, anche un piccolo volume con un'intervista all'autore. La lettura di Andrea Vitali dura, complessivamente, 2 ore e 44 minuti per un costo di 18.90 euro.

domenica 22 novembre 2015

Cosa può succedere quando si critica un libro.... Critica alla critica

Chi mi segue e conosce il mio blog sa che alla base dei post in cui parlo di libri è l'amore per la lettura.
Nessun'altra velleità se non quella di dire a voce alta ciò che un libro mi trasmette o non mi trasmette. 
Non scrivo recensioni per mestiere, nessuno mi paga per farlo.
Scrivo da lettrice. 
E come tale mi capita di amare un libro oppure odiarlo, di dimenticarlo dopo pochi giorni o di ricordarlo per sempre.

Ogni lettore, credo, quando finisce di leggere un libro, dopo aver letto l'ultima riga, si ritrova a dire: "... che peccato che sia finito!", "...davvero bello", "... che delusione!", "...pensavo meglio...", "...ho perso tempo a leggere un libro così", "...credo che lo rileggerò". 
Capita di leggere libri che piacciono ed altri che non piacciono.
Libri rispetto ai quali ci si sente particolarmente predisposti ed altri nei confronti dei quali non si prova alcun feeling.
Capita. 
Un lettore lo sa. 
E ogni volta che sceglie una lettura piuttosto che un'altra sa di andare incontro all'ignoto... ed il bello è anche questo, credo... Andare alla scoperta di una storia che potrà essere indimenticabile ma anche inconsistente.
Il lettore sa che può andare incontro a tutto ciò soprattutto perchè il rapporto che si ha con un libro è soggettivo. 
Non basta che qualcuno ci consigli caldamente una lettura per farcela piacere così come può darsi che recensioni negative di altri lettori non trovino alcun riscontro nelle sensazioni che invece, a noi, un libro provoca. 

Allo stesso modo, però, credo ogni autore debba saper che ci può essere chi adora il suo libro e chi, invece, non riesce a finire di leggerlo. Può esserci chi si rivede nei personaggi e chi, invece, non riesce proprio a trovare coerente la storia. Ci può stare. E un autore dovrebbe saperlo.
Ci possono stare recensioni positive ma anche negative.

A me è capitato di scriverne, di recensioni negative, cercando sempre di essere oggettiva e, soprattutto, precisando ogni volta che si tratta di valutazioni ed opinioni di carattere personale che non vogliono certo essere un giudizio universale ma un pensiero soggettivo punto e basta. 
Il pensiero di una lettrice. Punto. 

Mi è capitato anche in occasione di un libro di Lucia Forani, una scrittrice emergente, che a distanza di tempo da quella recensione mi ha contattata via mail per esprimere una critica alla mia critica. Il libro si intitola La vita a passi di musica, recensito nel mese di gennaio dell'anno scorso.
Non ho alcuna difficoltà a pubblicare ciò che mi ha scritto. Magari potremmo aprire un dibattito... al quale lei stessa potrebbe partecipare visto che su ogni post si può lasciare un commento senza problemi, non ho inserito la moderazione dei commenti per cui chiunque può dire ciò che crede.

Sabato 21 novembre
Salve mia cara Stefania o, dovrei dire, Sibilla Aleramo? Sono proprio io, la tua amata- odiata futura " amica di penna " Lucia Forani! Ammetti almeno che con le battute ci so fare! Non mi sono mai accorta della tua recensione fino a qualche giorno fa, quando il mio compagno mi ha fatto presente, suo malgrado, che una " ventennale scrittrice di libri" aveva recensito il mio romanzo d' esordio. Dapprima non avevo dato peso alle tue parole ma, rileggendo per la seconda volta, mi sono resa conto che la tua professione non è mai stata quella di recensire libri bensì quella di sputare fango sulla gente. Premesso che anche io credo fermamente che le critiche aiutino a migliorare, devo, purtroppo, cambiare linea di pensiero quando qualcuno decide di colpire la sensibilità di un individuo, introducendo nei suoi commenti frasi del tipo " non vedevo l' ora di liberarmene" e come questa altre ancora. È davvero una caduta di stile per una che si professa giornalista di professione!!!!!!!!!!!!!!! Mi piacerebbe anche ribattere su alcuni punti che tu stessa hai sottolineato. Cominciamo:  
- hai affermato che il libro è di 80 pag circa quando, invece, ne contiene 88, dimostrazione della tua poca attenzione. 
- i personaggi sono approfonditi dal lato umano e psicologico; rivediti la presentazione di Anna, l' accadimento spiacevole della sua infanzia, il rapporto con la signora della casa colonica e poi il legame indissolubile tra Filippo e suo nonno e tra questi due e la musica, che superficialità! 
- i dialoghi sono volutamente anacronistici perché volevo dare il senso di un amore d' altri tempi. 
- se non riesci a seguire i periodi lunghi, francamente, credo che siano problemi tuoi. 
- il fatto che in un periodo ci fossero due volte il due punti potrebbe essere un refuso, anche se non disdegno affatto il loro plurimo uso in un dato periodo. Lo stesso grande Pirandello ne fa largo uso: vai a leggere il xv capitolo intitolato " Io e l' ombra mia " , seconda facciata in fondo de" Il fu Mattia Pascal " e ti renderai conto che, non solo inserisce più volte il punto e virgola ma anche il due punti in uno stesso periodo. 
- non hai elencato gli elementi che fanno perdere il lettore, dimostrazione che hai buttato là una dichiarazione senza sapere perché.
- il libro deve, per forza di cose, avere tante parti di testi di canzoni perché deve dare il senso della continuità della vita affiancata sempre da un motivo musicale, altrimenti perché chiamare il libro " La vita a passi di musica" ? 
Come vedi ho dato risposte più che plausibili ai tuoi battibecchi; quando si recensisce un libro ci si dovrebbe soffermare a pensare alle offese che potrebbero scatenarsi se si va a colpire l' individuo nella sua intimità e sensibilità, parole queste che sono di un mondo nel quale, forse, tu non sei entrata mai: quello della sensibilità sopraelevata ed eletta dell' artista vero. Dalla parte opposta c' è il vostro di mondo, contaminato e, quindi, condannato perennemente da un sentimento che non mi è mai appartenuto, l' invidia. 
In bocca al lupo!  
Lucia Forani 

Domenica 22 novembre
Ciao cara Stefania, sono Lucia Forani, ieri mi sono dimenticata di dirti una cosa, ma non meno importante delle altre, anzi, oserei dire, la più cruciale di tutte: se hai un briciolo di coraggio e buon senso, così come hai pubblicato le tue critiche sul mio libro nel tuo blog, dovresti, a maggior ragione e per parità di diritto, pubblicare anche la mia contropartita. Se non dai agli altri,come a me, la possibilità di un riscatto, dimostreresti, ancor di più, la tua bassezza e meschinità perché è semplicissimo criticare e scegliere di far vedere alla gente solo ciò che ci è più conveniente, sminuendo gli altri. Se non sei così vigliacca come credo, pubblica le mie risposte alle tue critiche! 
Vorrei solo precisare che quando un lettore è deluso credo che abbia tutto il diritto di esprimere le sue sensazioni alla stessa stregua di quando è entusiasta e più che soddisfatto di ciò che ha letto.
Sono stata descritta come una che sputa fango sulla gente, persona poco attenta (si, questo è vero... ho sbagliato ad indicare il numero delle pagine), una che offende la sensibilità altrui, che alimenta battibecchi, invidiosa, meschina, vigliacca...
Non mi offendo. Ma non credo affatto di essere come sono stata descritta, nemmeno in piccola parte.

Posso comprendere la delusione di un autore che si sente criticato. 
Sento di essere una lettrice onesta, però. 
E se questo non piace... non posso farci niente. 

venerdì 20 novembre 2015

Storia di una ladra di libri (M. Zusak) - Venerdì del libro

Ho pianto. Erano secoli che non mi accadeva di piangere durante la lettura di un libro ma con Storia di una ladra di libri ho pianto. Mi ha emozionata, mi ha toccata... non credo che lo dimenticherò. Come si può dimenticare una storia così? La storia della sofferenza e della morte di molti... Un pezzo di storia che, seppur per mezzo di un romanzo, viene raccontata con tutta la sua violenza.
So che non è una novità per il Venerdì del libro ma vorrei comunque consigliarlo anche io, rafforzando ciò che è stato detto in precedenza. 

Il libro che ho letto mi è stato regalato dalla mia amica Rachele ma, lo ammetto, avevo già nella mia personale libreria la versione precedente - La bambina che salvava i libri - che era in attesa di lettura. Il mio, nuovo di zecca, l'ho regalato. Ho tenuto questo.

La versione precedente è uscita in diverse edizioni, con diverse copertine. Quella che ho avuto in dono io è stata l'edizione successiva al film pertanto la copertina richiama proprio la trasposizione cinematografica.
Io il film non l'ho visto e non credo che lo vedrò. Vorrei conservare la delicatezza e, allo stesso tempo, la violenza di certe descrizioni, la tenerezza di alcune situazioni e la tragicità di altre senza passare per la tv.

La voce narrante è quella della Morte. Lei che vaga alla ricerca di anime da abbracciare, da portare via, nel periodo in cui è ambientato il libro ha molto da fare. Molto... e non è semplice il suo lavoro, anche se può sembrare il contrario. In molti, in quel periodo, la invocavano ma lei molte volte passava oltre, perchè non era arrivato il momento.

La protagonista è Liesel Meminger. Ha nove anni quando perde suo fratello con il quale avrebbe dovuto essere adottata da una nuova famiglia. Proprio al funerale di suo fratello inizia la sua carriera di ladra di libri. Ne raccoglie uno, dall'aspetto tetro, accanto alla bara nella neve. Lo porta via. Sarà il primo di una lunga serie.

La Morte narra la storia di questa bambina e della sua famiglia adottiva, dei suoi amici ma anche di tutti coloro che si sono trovati a vivere quegli anni di guerra. E' il 1939 e siamo nella Germania Nazista. Non credo che serva dire altro.

Interessante ed originale la narrazione affidata alla Morte. Interessante ed originale anche il modo con cui la Morte racconta la storia. Spesso svela ciò che accadrà parecchio più avanti per poi dedicarsi ai dettagli. Ciò non toglie nulla al gusto della lettura. Tutt'altro.

Liesel scopre il potere delle parole, impara a leggere grazie al suo padre adottivo e diventeranno parte integrante della sua vita seppur in un modo molto particolare. 

Vorrei sottolineare un dettaglio, un aspetto che mi ha coinvolta parecchio. Come Liesel, anche io mi sono trovata a leggere una storia per una persona cara che stava male. Serbo un tenero e allo stesso tempo triste ricordo di quel momento per cui quella ragazzina che leggeva a voce alta per qualcuno... bhè... mi ha toccata.  

E, dicevo, ho pianto. Sono riuscita a resistere in più punti, lo devo ammettere... ma verso la fine non ce l'ho più fatta. Non voglio dire a quale punto per non svelare troppo della trama. Ma è un incontro davvero emozionante che mi ha toccato le corde del cuore ed ha aperto i rubinetti delle lacrime... Emozionante davvero. L'autore usa le parole con maestria. Dipinge immagini con le parole. Trasmette emozioni. Rende la Morte una narratrice impertinente, a volte, ma sempre molto oggettiva e, non per questo, distaccata da quanto accade. Si dispiace per dover portare via le anime di questa o quell'altra persona e trasmette tutto ciò con le parole.
La ladra di libri riusciva soltanto a concentrarsi sugli ingranaggi delle parole, a vedere i loro corpi distesi sulla carta, schiacciati perchè lei potesse camminarvi sopra.
Che altro dire... Pensando a quel periodo storico si riesce ad immaginare senza problemi che non si tratta di un libro leggero, spensierato. Tutt'altro. Ma la narrazione così come pensata non rende la storia pesante ma rende la lettura scorrevole... e lascia la voglia di andare avanti tutta d'un fiato.
Piaciuto. Consigliato.

mercoledì 18 novembre 2015

Nuovi arrivi #17 e in biblioteca#15

Non c'è niente da fare. Ogni volta che un nuovo libro arriva in casa mia è una gioia...
Tanto più ora che, avendo rallentato gli acqusti per via di parecchi libri ancora da leggere presenti in casa, i pacchi con dentro questi preziosi amici arrivano meno spesso del solito. 

Oggi è arrivato l'ultimo, a due mesi di distanza dal precedente. Ci siamo catapultati in tre ad aprirlo, io e miei due cuccioli. 
Loro hanno trovato due storie di Natale - Il Natale di Agata e Natale Speciale - arrivate da noi con un buon anticipo rispetto alla scadenza naturale di tale ricorrenza...
L'ometto di casa, inoltre, nei giorni scorsi ha portato a casa Il giardino delle farfalle, di Barbara Cerquetti, che abbiamo acquistato per via di un progetto scolastico che la nostra scuola sta seguendo con la casa editrice Giaconi.

Io ho trovato un libro acquistato a seguito di un suggerimento letto al Venerdì del libro. grazie al contributo di Dolcezze di mamma. Mi sono così tanto incuriosita che ho voluto comprare Scritto sulla mia pelle. A dire il vero ho pensato di regalarlo a mia madre a Natale.... ma non so se lo farò o se lo leggerò prima io!

Gli ultimi prestiti bibliotecari, invece, sono due generi completamente diversi tra loro: Un amore di zitella di Andrea Vitali mi è stato suggerito per dedicarmi ad una lettura leggera e spensierata, che possa anche strappare un sorriso mentre Nemesi era in lista d'attesa da un po' visto che ho intenzione di leggere tutti i libri di Jo Nesbø. Un appunto per Vitali: in biblioteca ho trovato la versione audiolibro... è la prima volta che mi capita tale formato e l'ho preso comunque in prestito, spinta dalla curiosità. Vi saprò dire...

In questo momento sono alle prese con la lettura di Storia di una ladra di libri e devo ammettere che è molto bello ma duro. Duro per via dell'argomento... che non può essere ricondotto ad un romanzo. Sarà pure un romanzo ma il contesto di cui si parla è un pezzo di storia che purtroppo è realmente esistito. 

In ogni modo... piatto ricco... mi ci ficco ;-)
E buone letture a tutti.

lunedì 16 novembre 2015

Mille e una famiglia (E. Maùti)



Ogni famiglia è speciale. E' vero. Più che vero. Lo è nella sua normalità così come nella sua unicità.
Lo è se si ha un fratellino in affido, se mamma e papà adottano un bambino, se di bambini non ce ne sono o se ce ne sono molti. Insomma, tante famiglie, tutte speciali, ognuna unica.
E' questo il messaggio di fondo attorno al quale si snodano le storie raccontate da Elisabetta Maùti nel libri Mille e una famiglia. Favole per spiegare ai bambini che ogni famiglia è speciale.
Molto graziose e colorate le illustrazioni di Laura Desirée Pozzi. Un elemento in più per rendere gradevole la lettura ai più piccoli.
Noi le abbiamo lette come storie della buonanotte ma ho visto che i miei bimbi hanno manifestato un interesse particolare. L'ometto di casa, che puntualmente si addormenta a metà, il mattino dopo mi ha puntualmente chiesto ogni volta "...ma... hai finito a leggerci la storia? Come andava a finire?" con la sorella che, altrettanto puntualmente, nel raccontare il finale, non è mancata di sottolineare che "... tu ti sei addormentato a metà!".
Lei, invece, più grandina, spinta dalla curiosità, ha deciso di accelerare i tempi di lettura (io avevo proposto una storia a sera) e il libro se l'è letto da sola.
Nel suo formato orizzontale - molto gradito anche questo - il libro contiene 13 storie che raccontano situazioni comuni a tante famiglie. L'affido, l'arrivo di una nuova compagna per papà, la difficoltà di staccarsi dai genitori, la perdita di una persona cara, la gelosia tra fratelli e tanto altro... questi i temi trattati con storie che propongono personaggi simpatici, resi ancora più simpatici dalle illustrazioni.
Ogni storia è introdotta da un consiglio di lettura per gli adulti ed ognuna si presta per aprire un momento di confronto con i propri figli.
Io ammetto di non aver usato questo libro a mo' di saggio scolastico: lettura - riflessione - confronto.
Eh no... sono pur sempre storie che devono arrivare a stimolare la fantasia dei bambini, prima che la riflessione. Quella pure ci può stare ma non in modo forzato o sistematico.

Ecco, dunque, che lette le storie, nei giorni successivi abbiamo avuto modo di riprendere qualcuno di quegli argomenti proprio aiutandoci con quello che delle storie ai bambini era rimasto.

La pentola che non sopporta il coperchio ma che non può stare senza di lui... a che ci fa pensare? A due fratelli che litigano sempre quando sono vicini ma che poi soffrono la lontananza... ecco, questo è un esempio...

***

Mille e una famiglia

Elisabetta Maùti

Erickson Editore - collana Capire con il cuore

euro 15.50 - acquistabile qui ad un prezzo speciale