mercoledì 29 aprile 2015

La mia esperienza con #ioleggoperchè!

L'ho preso proprio sul serio. 
Il mio ruolo di messaggero nell'ambito dell'iniziativa #ioleggoperchè, intendo. 
L'ho preso davvero sul serio. 
Ho cercato di portare a termine tutte le missioni che mi sono state assegnate (a me come a tutti gli altri messaggeri, ad essere precisi) e l'ho fatto anche con una certa emozione. 
Eh si... perchè sapere di essere uno strumento di promozione della lettura è un impegno importante, non credete?

Io, come credo di aver detto anche il altre occasioni, sono una lettrice un po' particolare. Sono stata lontana dalla lettura per tanto, troppo tempo. Dopo gli obblighi dovuti alle imposizioni scolastiche mi sono proprio allontanata dai libri usando il mio tempo libero in altro modo, soprattutto dedicandomi al punto croce.
Poi è successo qualcosa che mi ha risvegliata... eh si!

Lo ricordo come fosse ieri: avevo le mie cuffiette alle orecchie mentre ero intenta a seguire il passo di marcia (lento... diciamo più la camminata) del mio allenamento quotidiano in pineta... all'improvviso, in radio, davano una trasmissione particolare...  Luca Zingaretti, con la sua bellissima voce, leggeva un capitolo di un libro. Non ricordo quale libro fosse ma quella voce, quelle parole, mi hanno conquistata. E' stata la lettura a voce alta di un brano di quel libro (complice la voce di Zingaretti, va detto) a farmi tornare la voglia di prendere in mano un libro, leggere un storia, volare con la fantasia, vivere le vite dei tanti personaggi che popolano i racconti che avrei scelto io, in primissima persona, senza prof. ad impormi di leggere questo o quello.

Da lì non ho più smesso. Ecco perchè ho preso tanto a cuore il mio ruolo di messaggero: se solo avessi potuto raggiugere una sola persona che non fosse abituata a leggere ma aspettasse solo una spintarella per ravvivare o (ri)scoprire tale piacere bhè... avrei fatto del mio meglio per raggiungere l'obiettivo. 

Ho coinvolto Associazioni - su tutte l'Associazione Arcobaleno Genitori per la Scuola - la biblioteca del mio comune e tutti insieme non solo abbiamo cercato di promuovere la lettura in diversi contesi ma abbiamo organizzato un evento per la serata del 23 di aprile, in occasione della Giornata Internazionale del Libro.

Mi sono adoperata per promuovere il più possibile l'incontro e sono arrivata a pochi minuti dall'inizio carica di emozione. Non mi vergogno a dirlo. Per un lettore comune, come tanti, riuscire ad organizzare un evento che potenzialmente avrebbe potuto coinvolgere decine di persone è stata un'emozione. In questo ho avuto la collaborazione dell'Associazione Arcobaleno, del Cnis sede di Fermo ed anche del Comune tramite la biblioteca comunale e l'Assessorato alla Cultura ma è stata comunque una gran soddisfazione per me. Credo di poter dire che se non ci fosse stato un comune lettore a mettere in moto il meccanismo tutto questo non ci sarebbe stato.

Ho raccolto anche delle citazioni tratte dal social wall e le ho appiccicate su un cartellone. Su un secondo cartellone - entrambi usati per allestire la sala - ho raccolto citazioni che sono state fornite da lettori a me (a noi dell'Associazione) vicine. E' stato bello anche questo: persone che si sono mosse attorno ad una richiesta di quel tipo - quella di far pervenire delle citazioni - hanno comunque avuto a che fare con i libri ed è stato un modo per far parlare della lettura e far emergere i gusti dei lettori. Ho raccolto le citazioni sui post it forniti nel kit di #ioleggoperchè ed ho tappezzato un altro cartellone.
Nel corso della serata abbiamo avuto occasione di discutere dello sviluppo cognitivo dei bambini, quello che porta ognuno ad imparare a leggere. A fine serata abbiamo - parlo al plurale visto che c'erano altri tre messaggeri coinvolti nell'iniziativa - distribuito i libri del kit che ci è stato dato in dotazione...
Non sono andata tra sconosciuti, non sono andata per strada, non sono andata alla stazione ma la distribuzione è avvenuta comunque ed i libri sono andati nelle mani di persone di diversa età e di diversi interessi... è stato bello.
 
Eccomi qui... questa sono io, con addosso la maglietta del kit dei messaggeri. Di lato, a sinistra (alla mia destra) si intravede il cartellone con le citazioni.

Qui si intravede anche l'altro cartellone, quello con i post it colorati... è in corso l'intervento della dott.ssa Zeppilli, presidente della sede di Fermo del Cnis... e la risposta da parte del pubblico è stata buona (almeno credo) visto che la sala era piena. C'erano insegnanti, genitori... membri dell'Associazione Arcobaleno e non.

Ed in chiusura di serata... foto ricordo con le altre messaggere oltre che con il presidente dell'Associazione Arcobaleno. Per me è stata una bellissima esperienza... Sarei pronta a ripeterla anche subito!


venerdì 24 aprile 2015

Il mio amico immaginario (A.F. Harrold) - Venerdì del libro

Anche io ho avuto un amico immaginario, da ragazzina. E con lui parlavo ogni volta che prendevo in mano il mio diario per raccontare, quotidianamente, ciò che mi accadeva. Lo ricordo ancora... mi rivolgevo a lui con tale affetto che ancora oggi al solo pensiero mi sento scossa da piacevolissimi brividi.


Potevo, sulla scia di ciò, non lasciarmi incantare da Il mio amico immaginario di A.F. Harrold, con illustrazioni di Emily Gravett? Oltre al titolo sono state proprio le immagini ad attirarmi. Quelle figure bianche su fondo nero, quei colori che spuntavano - quasi con timidezza - per dare un tocco di colore.
Mi è sembrata una copertina particolare. Quando poi ho preso in mano il volume, in libreria, l'ho sentito "massiccio" tra le mie mani, con una bella copetina rigida e immagini all'interno... insomma, non mi sono fatta impaurire dal fatto che fosse tra i libri destinati ai ragazzi e l'ho comprato. Per me. 
Poi, in un secondo momento, l'avrei messo tra i libri da leggere per i miei figli, quando sarebbe venuto il momento giusto.

E vorrei segnalarlo per il Venerdì del libro di oggi.

Dunque... il mio giudizio non è del tutto positivo soprattutto se penso che è suggerito dai dieci anni. Visto che mia figlia è alla soglia dei dieci anni, l'ho immaginata con questo libro tra le mani tra qualche mese e ciò che ho visto nella mia mente non mi è piaciuto.
La storia è quella di una bambina che ha un amico immaginario... un amico non reale che però, per lei, è come se lo fosse visto che ci gioca, ci parla, lo vede attorno a se. Rudger è il nome di questo amico speciale e lei, Amanda, è la sua amica reale che però rischia di perderlo.
Si tratta di un viaggio fantastico che vede i due speciali amici allontanarsi e riavvicinarsi. C'è un cattivo, c'è una storia tenera (quella tra la mamma di Amanda ed il suo cane immaginario) ci sono delle immagini piuttosto forti di un mangiatore di amici immaginari (il cattivo) che letteralmente li inghiotte. Ebbene, sono certa che questi passaggi in cui si descrive come si sazia quell'essere a mia figli non piacerebbero affatto. Ovviamente questo non vuol dire che non sia una buona lettura ma... mi è sembrata una storia di fantasia con lo sfondo velaamente (?) noir con ambientazioni sottolineate, in tal senso, anche dalle illustrazioni in bianco e nero.
E' l'ambientazione di fantasia ad essere un tantino noir, con questo cattivo che va a caccia di amici immaginari per cibarsene ed allungare, così la sua vita.

Vincerà il bene o il male? Si potranno porre dei limiti alla fantasia?

Le avventure non mancano, sulle ali della fantasia.
Io onestamente non so se sia adatto per mia figlia... Magari quando sarà più grande, oltre i dieci anni. Perchè gli amici immaginari hanno forse un'età?

martedì 21 aprile 2015

In biblioteca#10 e nuovi arrivi#11

La mia wish list in fatto di libri si allunga sempre più visto che i titoli che mi attirano e che vorrei leggere sono davvero tanti. Ed oltre alla wish list, che resta pur sempre a livello di disideri, anche la lista di libri che mi attendono sul comodino (e questa è molto concreta) si allunga... 
Da una parte devo dire di essere riuscita a mantenere la promessa di non comprare più libri, o quasi... giusto un paio dall'inizio dell'anno ma mi sembra davvero un gran risultato considerando che siamo ad aprile.
Non riesco a resistere, però, a prenderne qualcuno in prestito pur avendone di nuovi che attendono di essere presi in considerazione.
Sulla scia dell'entusiasmo per gli ultimi libri letti - Nesbø e Carrisi - ho proprio dovuto farmi prestare qualcos'altro che mi permettesse di restare sulla stessa linea. Ecco dunque che Roberta mi ha prestato Lo spettro e in biblioteca (attivando un prestito interbibliotecario) ho preso Il tribunale delle anime. Sono tutti e due piuttosto lunghi, dei bei libroni... ma non mi spaventano visti i precedenti. Non vedo l'ora di iniziarli entrambi (anche se al momento sono impegnata con un genere del tutto diverso).
La porta dei morti mi attende da un po', proponendo un viaggio tra la psicologia e la parapsicologia... prima o poi arriverò anche da lui!
Per i bimbi, invece, l'ultimo arrivato in assoluto è Jacob nel mondo virtuale che abbiamo preso in occasione di un laboratorio di lettura sul tema dell'uso consapevole di internet nel corso del quale sono stati letti a voce alta tre capitoli. Lo stiamo leggendo di sera, un capitolo alla volta, come lettura della buonanotte.
E poi l'ultimo bottino dei bimbi in biblioteca: Angelica principessa combina-guai scelto dalla principessa di casa; Il Drago e la coccinella  oltre a Riccio Lino e le Gommolose che invece ho scelto io. Sono due libri particolari, che parlano di diversità e... che hanno attirato me piuttosto che loro.

Permettetemi di notare una cosetta così, a pelle, senza aver letto il libro: ma perchè il Drago è scritto con la lettera maiuscola e la coccinella invece no?

Insomma, siamo a posto per un bel po'... io soprattutto! E, a dire il vero, ne sono proprio felice!

venerdì 17 aprile 2015

Che avventura stratopica, Stilton! - Venerdì del libro

Questa volta non è il solito Geronimo Stilton
O meglio, per essere lui è lui... ma il libro è un po' diverso dal solito.

Intanto non è in vendita.
Esatto. Non lo è.
Ma andiamo con ordine.

Che avventura stratopica, Stilton! é un libro che nasce dalla collaborazione di Geronimo con l'Autorità Garante per l'Infanzia e l'Adolescenza.
Lo stesso Geronimo racconta così l'avvio di questa speciale collaborazione con la quale si va alla scoperta dei diritti dei ragazzi e delle ragazze:
Quando il Garante Italiano per l'Infanzia e l'Adolescenza mi ha chiesto di aiutarlo mi frullavano i baffi dall'emozione! Così sono volato a Roma, per seguirlo nel suo importantissimo lavoro. Alla fine, abbiamo scritto insieme questo libro e quello che c'è ancora da fare per permettere ai ragazzi di vivere e crescere in modo sano e consapevole! Perchè un mondo migliore, dove i diritti siano garantiti, è possibile solo se facciamo squadra e ci impegniamo tutti insieme!
Il libro è strutturato come tutti gli altri della serie ma si parla della la Convenzione sui Diritti dell'Infanzia e dell'Adolescenza e si spiega - in modo stratopico - che è un testo che aiuta a comprendere quali sono tutti i diritti dei bambini, dagli 0 ai 18 anni.
Noi abbiamo avuto la versione cartacea in occasione di una iniziativa organizzata nella nostra Regione per ragazzi e ragazze (erano inviatati i membri dei Consigli Comunali dei Ragazzi e delle Ragazze): lo stile narrativo così come le immagini sono quelle familiari a chi conosce Geronimo. 
I contenuti sono un po' più importanti del solito visto che viene spiegato chi è e cosa fa il Garante, Geronimo racconta del loro incontro e fornisce - a modo suo... modo comunque efficace - tante informazioni utili su un argomento così importante. Vengono date anche indicazioni precise su come contattare il Garante e... viene anche dato un nome a questa importante persona.

Il Garante ha un nome ed un cognome... non è un'entità astratta. Si chiama Vincenzo Spadafora, nominato primo Garante per l'Infanzia e l'Adolescenza in Italia nel 2011. Si occupa di ascoltare, proteggere e aiutare le bambine, i bambini, i ragazzi e le ragazze in Italia. 

Tra i vari contatti che vengono forniti si fa riferimento anche al sito ufficiale del Garante così come a quello di Geronimo Stilton a ciò riservato.

Oggi ci siamo sentiti di suggerire questa lettura per il Venerdì del libro di oggi.
Si può chiedere una copia omaggio scrivendo all'Autorità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza - Via di Villa Ruffo 6 - 00196 Roma, oppure mandando un'email all’indirizzo stilton@garanteinfanzia.org.
Sul sito di Geronimo possono essere scaricati interessanti contenuti mentre sul cartaceo, nella parte finale, viene proposta come inserto la Convenzione sui Diritti dell'Infanzia e dell'Adolescenza.

Mia figlia, che ha nove anni, ha letto molto volentieri il libro e ad un certo punto mi ha detto: "Mamma, ma tu lo sai chi è e cosa fa il garante?"... e da qui è nato tutto un discorso che - credo - senza l'aiuto di Geronimo avrei fatto fatica ad introdurre.

martedì 14 aprile 2015

Ritorno a Roissy (P. Réage)

Ancora una volta una fine non c'è.
Eh no.
Con Histoire d'O ero rimasta tra due possibili finali senza che ne venisse svelato uno.... con il seguito - Ritorno a Roissy, appunto - mi è sembrato di essere punto e capo con la sola differenza che la storia d'amore che, in un modo o nell'altro, faceva da sfondo al libro precedente, stavolta è del tutto sfumata. Non che non lo si potesse immaginare... anzi!

Nelle ultime pagine di Histoire d'O ero rimasta con:
"In un capitolo finale, che è stato soppresso, O tornava a Roissy, dove Sir Stephen la abbandonava.
Esiste una seconda fine della storia di O: vedendo che Sir Stephen stava per lasciarla, lei preferì morire. Lui le diede il suo consenso".
Ebbene, nel leggere Ritorno a Roissy è evidente che si va avanti con il primo finale. 
O torna a Roissy di sua volontà (come sempre, d'altronde, visto che ha sempre fatto tutto di sua volontà) e continua a sperare nell'amore di Sir Stephen. Continua a pensare di essere amata e torna a Roissy per continuare a soddisfare - seppur non in modo diretto - l'uomo che ama.
E se l'uomo che ama decide di abbandonarla a Roissy e venderla come una vera e propria prostituta, con tanto di tariffario, di book fotografico da sottoporre ai clienti e così via discorrendo... bhè.... per le va bene. Non si ribella mai, non dice mai di no, continua a subire di tutto e di più non certo per il suo piacere, tantomeno per il piacere degli uomini - innumerevoli ed anche più d'uno alla volta - che ne abusano, quanto per il piacere (presunto) di Sir Stephen.
Stavola O ha la possibilità di scegliere di andarsene, di considerarsi definitivamente sciolta da ogni vincolo con Roissy (che, di fatto, altro non è se non un bordello).
Ma l'autrice non svela la scelta di O. La ragazza non risponde a chi le dice "...ora puoi andartene" ed il libro finisce così... ancora una volta senza un finale.

Se dovessi essere io a scegliere quale risposta mettere in bocca ad O... bhè, vista tutta la storia, vista la nullità della sua vita interamente votata al piacere in nome di un amore che non so fino a che punto possa essere considerato tale... le farei dire "...no, grazie. Resto qui".
Dove potrebbe andare una ragazza umiliata più e più volte nel corpo e nello spirito, nelle carni e nell'anima come O? Dove? Con chi? Da dove iniziare una nuova vita? Quale vita? E quale vita può dire di aver vissuto da quando ha messo piede a Roissy?
Prima di iniziare il racconto - e dopo un'introduzione che l'autrice usa per raccontare da dove le sia arrivata l'ispirazione per dare vita al personaggio di O - Pauline Réage dice:
Queste pagine soo un seguito della Storia di O. Ne propongono deliberatamente la degradazione, e non vi potranno mai essere integrate.
Avrei dovuto capire fin da subito quale sorte venisse riservata a quella povera ragazza. Io la definisco una povera ragazza anche se lei ha fatto tutto quello che ha fatto per amore, per scelta ed ha accettato ogni perversione senza mai opporsi. Marchiata, ferrata, frustata, abusata in ogni modo... eppure felice. Anche quando realizza di essere stata relegata al ruolo di comune prostituta di bordello (seppur esclusivo come quello di Roissy) non ritiene di doversi ribellare e continua ad accettare decisioni che altri prendono per lei.

L'ho letto per curiosità... per sapere quale fine l'autrice le avesse riservato... ma aver letto Ritorno a Roissy non mi ha lascito nulla. Anzi, mi ha lasciato addosso tanta amarezza e mi ha anche irritata un po'.

venerdì 10 aprile 2015

Mi piace Spiderman... e allora? (G. Vezzoli) - Venerdì del libro

Provo a descrivere la scena: mia figlia che smette di leggere e si dirige verso di me con il suo libro in mano e lo sguardo di chi ha voglia di un importante riscatto... Non so se rendo l'idea ma è quanto accaduto l'altra sera mentre la principessa di casa stava leggendo il libro Mi piace Spiderman... e allora? di Giorgia Vezzoli con illustrazioni di Massimiliano di Lauro.

Si avvicina a me e mi mostra una pagina... dopo avermi dato il tempo di leggere mi dice: "Visto?".
Quel "visto?" non era tanto per me... quanto lo strumento con cui - credo - volesse riscattarsi nei confronti di chi ancora sostiene che le bambine debbano giocare con le bambole e vestire di rosa mentre i maschi devono giocare con mostri e macchinine prediligendo abiti di colore blu. 
Il libro ci è arrivato in dono in occasione dell'iniziativa Regala un libro per Natale, spedito da Caterina che l'ha scelto per noi assieme ai suoi figli... Fin da subito mia figlia aveva manifestato un certo feeling con questo libro e, pur avendolo lasciato sedimentare per un po', l'altra sera lo ha preso tra le mani ed ha iniziato a leggerlo con attenzione fino a fare proprie le considerazioni che l'autrice ha abilmente trasmesso.

La protagonista è una bambina che parla in prima persona e si esprime proprio come una bambina della sua età perchè, così dice di se
Mi chiamo Cloe e ho sei anni. So leggere e scrivere già abbastanza bene ma le parole le scrive la mia mamma. Funziona così: io le dico quello che voglio dire e lei lo mette sul computer.
Chiaro, no? E con questa modalità espressiva che Cloe racconta la sua esperienza: è una bambina a cui piace Spiderman e che, a volte (anzi... spesso) per questo viene presa in giro dai suoi compagni. Soprattutto quando va a scuola con la cartella di Spiderman che a lei piace tanto (ma che anche il cartolaio pensava che fosse per suo fratello, non per lei!)
A lei piace indossare anche la maglietta di Spiderman, giocare con i mostri, con gli aereoplanini o le costruzioni colorate e spesso questo comporta dei commenti poco gradevoli da parte dei suo compagni di classe e non solo. Ma Cloe è una bambina che non solo ha carattere ma si confronta con i suoi genitori e sa che su di loro può contare. Sono dalla sua parte e le spiegano che non ci sono giochi da maschi o giochi da femmine ma che ci sono giochi... e che lei (come ogni altro bambino o bambina) può fare ciò che più le piace o la diverte.

E qui arriva la parte che mia figlia ha voluto sottoporre alla mia attenzione:
Con il suo libro tra le mani, caricata della stessa carica di Cloe, se n'è tornata a leggere con maggiore sicurezza e sempre più convinta che le scelte (le sue... ovviamente il discorso l'ha declinato in prima persona) debba farle sulla base di ciò che le piace non sulla base di ciò che gli altri ritengano opportuno che debba piacere ad una femminuccia.

Le è così tanto piaciuto che quando le ho chiesto se avesse qualche suggerimento per il Venerdì del libro di oggi non ha avuto dubbi. L'autrice ha colpito nel segno visto e pur non avendolo acquistato in modo mirato per approfondire volutamente la tematica degli stereotipi di genere, è arrivato tra le mani di mia figlia nel momento giusto. A nove anni inizia a venir fuori la sua personalità: perchè dovrei dirle che la tuta da ginnastica deve essere per forza quella con i profili rosa ed i brillantini piuttosto che quella blu con i pofili verdi, che tanto esaltano il colore dei suoi occhi? E che ha scelto lei perchè le piaceva tanto?

Purtroppo spesso ci si trova a combattere con un retaggio culturale dal quale si fa fatica a venire fuori: spesso ho sentito genitori - anche a noi molto vicini - dire al proprio figlio di lasciar stare le bamboline della sorellina perchè sono giochi da femminucce... giusto per fare un esempio classico! In casa ho sempre cercato di trasmettere serenità ai miei figli anche rispetto a scelte che, per il sentire comune, potrebbero essere un po' contro corrente. Perchè privare mio figlio del gusto di essere amorevole con una bambolina che immagina possa essere sua figlia? Perchè limitare il suo estro quando si sente in vena di inventare un vestitino nuovo per la bambola di sua sorella, usando stracci e ritagli? Perchè togliere a mia figlia il gusto di collezionare le figurine dei calciatori o di realizzare un trattore con le costruzioni?
Non ne vedo il motivo...

Detto questo... ora che ho qui davanti a me mi pare di notare un dettaglio... la copertina del libro non è quella che mia figlia mostra nella foto sopra... eh no... la copertina è questa:
La signorina ci ha appiccicato sopra degli adesivi... stelline sorridenti, lune altrettanto sorridenti, un sole con il rossetto che dispensa un sorriso ammicante... Il libro le è prorio piaciuto, si si! ;-)

Questo post partecipa anche al blogstorming.

mercoledì 8 aprile 2015

Il confessore (J. Nesbø)

Scovato in biblioteca tra i nuovi arrivi, l'ultimo libro di Jo Nesbø (anzi, ora che ci penso il penultimo visto che ne ha pubblicato uno anche nel 2015) per me è stato il primo. Il primo che ho letto di questo autore.

Pur non conoscendolo, mi ero imbattuta in parecchie recensioni dei suoi libri e sapevo quale fosse il suo genere, un genere che a me piace. Reduce dalla lettura de Il suggeritore, avevo alle spalle una storia di morte, un mistero, un intrigo, un'indagine. Elementi che ho ritrovato anche nel libro Il confessore anche se proposti sotto una diversa chiave di lettura e con ingredienti ovviamente diversi.

In questo caso si tratta di un autore norvegese che non fa nulla per nascondere le sue origini. Ha ambientato le sue storie in Norvegia e propone molti luoghi (con nomi per me impronunciabili) ed anche personaggi che ad un certo punto mi hanno fatto girare le testa. Quei nomi così strani, per me, mi hanno messa in difficoltà nel mettere a fuoco i riferimenti all'una o all'altra persona di cui magari si era parlato in precedenza. Soprattutto nella prima parte del libro. Quando mi sono maggiormente immersa nella storia vera, allora seguire il filo mi è risultato più semplice.

Nesbo descrive una società in cui la droga è all'ordine del giorno. Il libro - non so se per gli altri vale lo stesso discorso - non racconta solo storia dei protagonisti ma traccia anche i contorni di una società che viene dipinta a tinte scure, quelle che derivano dal dilagare di problemi sociali collegati al mondo dell'uso ed abuso di sostanze stupefacenti.

L'autore propone un personaggio che mi ha ispirato subito simpatia e per il quale ho tifato fin dalle primissime pagine.
Sonny Lofthus è un ragazzo non ancora trentenne che, da dietro le sbarre dove è condannato perchè reo confesso di due atroci delitti (che però non ha commesso), è un consumatore abituale di droga - che gli arriva in modo diretto e costante in cambio delle sue ammissioni di colpa - ma è anche diventato un personaggio enigmatico e meritevole di fiducia per tutti gli altri detenuti visto che vanta una profonda capacità di ascolto. I suoi compagni di sventura vanno da lui per confessare i propri peccati proprio come se fossero davanti a qualcuno capace di assolverli completamente. I colluqui con Sonny trasmettono serenità a chi si trova al suo cospetto, le sue mani sembrano dispensare un calore che riscalda il cuore, il suo sguardo attento e profondo ispira fiducia.

La sua è un'esistenza tranquilla da quando ha deciso di rifugiarsi all'interno di una prigione per scontare reati che non ha commesso e farsi di droga. E' questo l'unico modo che ha trovato per non provare dolore. Il dolore che ha alimentato in lui il suicidio di suo padre e la successiva morte di sua madre. Suo padre, che era il suo modello di vita, quel poliziotto che il ragazzino considerata come colonna portante della sua vita, viene trovato morto ed il suo cadavere è accompagnato da una lettera in cui dichiara di essere una talpa, a servizio del potere nero della città.
Non ha più motivi per vivere, Sonny. O, per lo meno, non ha più motivo di vivere là fuori, in una società che non ha nulla da offrirli, dove i buoni si uccidono e confessano di essere diversi da come li si è sempre considerati, dove una donna, una madre, si lascia andare...

Un'esistenza, quella di Sonny, diventata tranquilla in carcere, rassegnato com'è... fino a che non scopre qualche cosa di sconvolgente nell'ascoltare la confessione di un altro detenuto. La verità sulla morte di suo padre lo scuote al punto tale da dargli la forza di cambiare completamente il suo modo di fare affinchè vengano puniti i reali colpevoli... e non solo dei delitti di cui lui stesso si è accusato.

Sonny viene proposto come un personaggio dalla personalità molto profonda e con le idee molto chiare. Un ragazzo dalla grande forza di volontà, incapace di reprimere la propria sensibilità anche quando va in missione, un giovane capace di amare nonostante tutto ciò che la vita gli ha riservato.

Sonny si macchia di parecchi delitti... ma mi è simpatico comunque. E' una specie di angelo vendicatore che ha una missione da portare a termine. Ce la farà? E, soprattutto, quale sarà la sua punizione?
Alcune situazioni sono un po' estremizzate... ma infondo si tratta di un romanzo e possiamo pure concedere all'autore la libertà di calcare un po' la mano. Soprattutto se è capace, come Nesbo si dimostra, di tenere il lettore sul filo di lama fino alla fine con maestria, con una buona dose di fantasia e con evidenti capacità affabulatorie...

Non dico altro per non togliere il gusto della lettura anche se sarei tentata di dire altro... mmmmm... meglio di no!

Per gli amanti del genere. Consigliato!

sabato 4 aprile 2015

Nuovi arrivi#10 e Kit #ioleggoperchè

Sono pronta a fare la mia parte. A dire il vero ho iniziato già da un po' in modo virtuale ma ora che mi è stato consegnato il kit sono pronta a farlo in modo concreto.
Sto parlando della missione in corso nell'ambito dell'iniziativa #ioleggoperchè. Sono uno dei tanti massaggeri distribuiti in giro per l'Italia ed ho avuto il mio kit: una maglietta con la scritta #ioleggoperchè  su cui è indicata anche la data del prossimo 23 aprile, giornata clou della campagna, segnalibri, post it e libri. Sono libri che ho il compito di distribuire a potenziali lettori, lettori che non sono tali o che lo sono per metà. Non sarà semplice individuarti, questo è vero, ma cercherò di fare la mia parte.

Parteciperò ad un evento pubblico organizzato nel mio Comune proprio per il 23 di aprile e in quell'occasione distribuirò i libri che mi sono stati dati in dotazione.

Intanto...

Intanto ho fatto acquisti per Pasqua. Di uova di cioccolata ne abbiamo fin sopra i capelli... ma di libri non ne abbiamo mai abbastanza così abbiamo fatto compere.
Io mi ero ripromessa di non comprare più nulla per me fino a che non avessi smaltito almeno una parte dei libri che ho ancora da leggere... e a dire il vero anche i bimbi ne hanno parecchi nuovi di zecca ma abbiamo fatto un'eccezione.

Io mi sono letteralmente innamorata di un libro per ragazzi che mi ha stregata... In occasione della consegna del kit #ioleggoperchè mi sono aggirata tra gli scaffali della libreria che ci ospitava per la consegna... ed è stato amore a prima vista. Si tratta di Il mio amico immaginario che è stato pensato per ragazzi, è vero, ma che mi ha attirata in modo incontrollabile. Ho dovuto comprarlo.
I due libri della serie Gol mi sono arrivati tra le mani nel tentativo di incuriosire l'ometto di casa. Ultimamente si è un po' impigrito e chiede che sia sempre io a leggere qualcosa per lui. Ora che sa leggere da solo l'idea di iniziare un libro e leggerlo per conto suo, con tutte quelle pagine, lo spaventa. Così ho pensato che l'argomento che più lo attira di recente, quello del calcio, potesse essere un ottimo catalizzatore della sua attenzione.
Non sono libri dalla grande morale, magari, ma com'è che si dice? In guerra e in amore tutto è lecito...
Ed io dovevo trovare il modo aiutare l'ometto di casa ad intraprendere la lettura di un libro tutto da solo... Ed ha funzionato!

Ricorderò per sempre che da ragazzina - ero alle medie - c'era un mio compagno di classe che non amava leggere ed era uno scoglio insormontabile, per lui, quello della lettura. Un giorno la nostra insegnante disse a sua madre - che era venuto a riprenderlo in classe non ricordo per quale motivo - che anche la Gazzetta dello Sport andava bene per aiutare a leggere... Se lo sport era un argomento che lo attirava, l'interesse per le notizie sportive sarebbe stato un buon motivo per indurlo a leggere qualche cosa. Poco importava cosa fosse.
Ed io devo dire che sono proprio d'accordo con lei. Non si può pretendere che ogni bambino ami i grandi classici, i libri che a noi mamme piacciono tanto o quelli che noi vorremmo che leggessero. Trovo che anche i più commerciali siano ottimi quando catturano la loro attenzione e stimolano la loro curiosità. Non c'è niente di male!
Se i libri della serie Gol lo stimoleranno a dovere e se, davvero, leggerà con interesse le storie della squadra delle Cipolline... bhè, che le legga pure a volontà!

Quanto ai libri per la principessa di casa, bhè uno l'ho scelto perchè la protagonista ha il suo stesso nome e l'altro l'ha scelto lei (quello della serie Milla&Sugar): per il suo compleanno ne aveva ricevuto uno in regalo, l'ha letto in fretta ed apprezzato. Così quando ha visto che erano in vendita altri volumi con gli stessi personaggi mi ha chiesto di poterne avere un altro. Perchè no?

Credo che valga lo stesso discorso dei libri sul calcio anche se devo ammettere che mia figlia legge parecchio (anche se a periodi) e che ultimamente sceglie da sola cosa leggere anche in base a come si sente e al periodo di più o meno pressione con i compiti a scuola... se un libro le sembra troppo impegnativo lo lascia per periodi di maggiore relax. In questi giorni di vacanza ha finito a leggerne uno, ne ha letto un secondo (grazie al tempo trascorso in attesa al pronto soccorso per una storta che poi si è risolta - per fortuna - in un nulla di fatto) ed ora ha iniziato un terzo senza che io le dicessi nulla.

Così, con il nostro bottino (su Ritorno a Roissy vi saprò dire... ho letto tempo fa Histoire d'O e volevo sapere cosa si sarebbe inventanta l'atrice per il prosieguo) non mi resta che agurare a tutti una Serena Pasqua e... buona lettura!

venerdì 3 aprile 2015

Su che albero cresce la marmellata? (B. Giordano) - Venerdì del libro

Ero alla ricerca di un libro da poter utilizzare in occasione di un laboratorio di lettura sul tema dell'alimentazione e mi ha subito catturata. Sia per via della copertina (immagini ma anche le varie frasi usate per rendere l'idea del contenuto) che per ciò che si proponeva di fare: permettere agli alimenti di raccontarsi, di narrare la loro avventura dalla natura dalla tavola.
Perfetto!
Non ho avuto dubbi e l'ho comprato a scatola chiusa senza averlo nemmeno sfogliato. Non sono rimasta affatto delusa. Anzi. Più che soddisfatta. 
Ecco, dunque, che per il Venerdì del libro di oggi vorrei segnare Su che albero cresce la marmellata a tutti coloro che vogliano conoscere meglio gli alimenti che finiscono sulla nostra tavola.

Si tratta di un libro cartonato che si presenta bene già ad una prima occhiata. Prendendolo in mano lo si avverte come corposo, resistente ma non per questo un "mattone"...

La Dott.ssa Barbara Giordano, autrice dei testi - accompagnati poi da efficaci illustrazioni di Chiara Ranieri - propone una interessante premessa rivolta ai grandi, a coloro che daranno voce alle storie che poi vengono proposte nelle pagine successive. Il libro - così dice l'autrice - è indirizzato per lo più a bambini che non sanno ancora leggere ma io posso dire che anche quelli che sanno leggere lo possono apprezzare visto che il linguaggio è molto adatto per loro e i testi si leggono senza fatica. 
Le frasi non sono propriamente frasi minime, quelle che hanno pochi elementi grammaticali perchè pensate per una comprensione diretta da parte dei più piccoli. Sono frasi ben strutturate che propongono, in modo semplice, dei concetti importanti. In modo semplice, è vero, ma mai banale.

Ecco, dunque, che Vellutina racconta la sua avventura, dalla sua nascita all'arrivo all'interno di un barattolo di marmellata. Lei è una pesca e racconta la sua storia, così come quella di tante sue amiche, anche grazie all'aiuto della penna di Chiara Ranieri che rende il percorso ancor più interessante. 

Oppure è il caso di Semolina, una giovane spiga di grano, che racconta il suo percorso fino a diventare preziosa farina. Ed ancora Bianca (un goccia di latte) così come Fiorello (il nettare dei fiori) che diventerà miele ma anche Olivia una simpatica oliva che diventerà ben presto profumatissimo olio.

Sono proprio loro che parlano in prima persona raccontando la loro storia e, nelle more del racconto, vengono fornite anche informazioni di carattere tecnico (sempre con linguaggio semplice e comprensibile) per capire determinati passaggi o cosa siano i vari oggetti usati durante la trasformazione.

Io trovo che sia un bel libro, ottimo anche come dono (siamo in periodo di regali, lo si potrebbe preferire all'uovo di cioccolato, no?): si presenta bene ed offre informazioni preziose. Io ci farei un pensierino!

Ps: il fatto che qualche giorno dopo aver letto alcuni dei testi di questo libro in occasione di un laboratorio di lettura uno dei papà presenti mi abbia cercata per sapere il titolo del libro... bhè, vuol dire che la scelta è stata azzeccata, no?
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Su che albero cresce la marmellata?
Barbara Giordano
Edit. Gribaudo
11.90 euro

mercoledì 1 aprile 2015

Il suggeritore (D. Carrisi)

Un esordio scoppiettante quello di Donato Carrisi con il thriller Il suggeritore.
Un libro che ho letto di recente, vinto partecipando alla Montlhy keywords reading challenge 2014 di Serena.
Come premio mi aveva chiesto di indicare tre titoli. Tra i tre, Serena ha scelto Carrisi.

Che dire? Non mi aspettavo proprio un romanzo così! Avvincente, pieno di colpi di scena, con continui stravolgimenti di fronte e con storie che si intrecciano abilmente. 

La storia si snoda attorno a dei terribili ritrovamenti collegati alla scomparsa di cinque bambine. Bambine che non verranno mai più ritrovate vive. Ad indagare sulle scomparse e sui delitti è la Squadra Speciale di investigazioni guidata dal criminologo Goran Gavila che viene affiancato nel suo lavoro da una giovane esperta in ricerche di bambini scomparsi, Mila Vasquez.

Il racconto avanza con un ritmo incalzante, vengono proposti personaggi dalla personalità ben marcata che fanno vivere tante storie nella storia. 

Il genere mi piace ed ho letto diversi libri - soprattutto di autori stranieri, più o meno blasonati - e posso dire che quello di Carrisi si piazza a livelli piuttosto alti nel mio indice di gradimento.

Posto che la storia di bambine che vengono rapite poi uccise di per se non possa considerarsi mai piacevole, in quanto tale, devo dire che il romanzo è stato ben orchestrato: ogni volta che gli investigatori sembra siano arrivati ad un punto di svolta ecco che il castello di carte cade inesorabilmente scandendo i minuti, le ore che possono essere anche fatali per quella che si rivela essere la sesta bambina scomparsa. Quella che si pensa possa essere ancora in vita e che tutti si prodigano per strappare ad una sorte segnata.
Ho apprezzato molto le spiegazioni che vengono fornite dall'autore nelle more del racconto circa questioni che riguardano le indagini, i dettagli che spesso si danno per scontati in merito a modalità operative ed investigative. Segno di una profonda conoscenza dell'argomento.
Le descrizioni, poi, di luoghi e persone (delle persone in particolare) sono molto efficaci tanto che in più momenti mi è sembrato di vedere davanti a me quegli occhi persi nel vuoto delle povere vittime del pazzo assassino seriale. 

Avevo sentito parlare molto bene, a suo tempo, di questo romanzo ma come spesso accade (quasi sempre) non ero caduta nella tentazione di leggerlo subito, sulla scia delle tante recensioni positive ed entusiastiche del momento. A distanza di tempo - io sono arrivata quando oramai sono state messe in commercio parecchie ristampe del romanzo - posso dire di aver molto apprezzato sia lo stile di scrittura che le intuizioni narrative dell'autore così come il modo in cui ha reso "vivi" i personaggi, le descrizioni e la sua conoscenza che ha ben saputo trasmettere. 

E' un libro che consiglio agli amanti del genere, soprattutto a chi è abituato a leggere ed apprezzare autori stranieri: gli italiani non sono da meno. O meglio... Carrisi non è affatto da meno.

Quando, al termine di un libro, resto con la voglia di leggere il successivo dello stesso autore... vuol dire che quel libro mi ha colpita e mi ha lasciato addosso la "necessità" di proseguire su quella stessa strada.

 Carrisi mi costringe a cercare il libro che ha scritto dopo di questo... e lo leggerò, prima o poi!