venerdì 29 maggio 2015

La terra delle cose buone (R. Luciani, A. Abbatiello illustratori) - Venerdì del libro

Da un recente viaggio d'istruzione mia figlia ha portato a casa un gadget che le (ci) è molto piaciuto. Un albo di gran formato che ha immediatamente attirato la mia attenzione. L'ho trovata con matita alla mano che disegnava qualche cosa in una delle grandi pagine di questo albo così particolare ed ho cercato di capire cosa fosse.
Le terre delle cose buone è un albo (io lo chiamo albo anche se si presenta come quadernone) all'interno del quale i bambini possono disegnare i frutti, giocare con paesaggi che cambiano con il cambiare delle stagioni, leggere indovinelli e filastrocche. Uno strumento capace di mettere in moto la fantasia dei bambini in veste educativa. 
Divertente ed utile. Così lo definisce la coordinatrice del progetto nell'ambito del quale l'albo è stato prodotto: si tratta di Rosa Bianco Finocchiaro, coordinatrice del progetto che rientra nel Programma "Comunicazione ed Educazione Alimentare" promosso dal Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali e dalle Regioni, realizzato in collaborazione con l'Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare). 

Si tratta di un albo che rientra nell'ambito dei progetti educativi realizzati da Giunti in collaborazione con Enti Pubblici (in questo caso si tratta di un Ente Pubblico).

Ora anche mia figlia ha il suo albo delle cose buone.
All'interno viene proposto un paesaggio in quattro diverse stagioni: non ci sono testi se non brevi descrizioni dell'estate, della primavera, dell'autunno e dell'inverno. I bambini possono mettere a confronto i vari ambienti per afferrare le differenze. Poi possono anche ritagliare dei dettagli, nelle pagine centrali, che vanno appiccicati nei diversi ambienti a seconda della stagione cui si riferiscono. Ecco, dunque, che i bimbi possono personalizzare i loro paesaggi con ciò che più preferiscono.
 
Non mancano nemmeno spazi nei quali disegnare ciò che viene richiesto come frutta e verdura di stagione, vengono proposti quiz tematici che hanno a che fare con la natura, filastrocche e rime. Insomma, non viene proposta una storia da leggere ma un tante attività raccolte in pagine dal gran formato.

Una storia, a dire il vero, pure c'è... e si trova nell'ultima pagina quando viene proposto un racconto nel quale non tutti i protagonisti dicono la verità... ci sono dei bugiardi da smascherare e sono bistecche, pecorino, castagne, olio, vino e salamini. 

Mia figlia ha avuto questo albo come gadget nel corso dell'uscita, così come tutti i suoi compagni di classe e sull'ultima di copertina c'è scritto che si tratta di una edizione fuori commercio.

Dopo aver proposto la carta dei diritti dei bambini e delle bambine proposte in chiave Geronimo Stilton, per questo Venerdì del libro torno con un albo educativo che ci è piaciuto molto. 

Qualcuno lo conosce?

mercoledì 27 maggio 2015

Nuovi arrivi#13

Oggi non era previsto di fare compere in libreria... In attesa di portare la principessa di casa dalla parrucchiera per "...darci un taglio..." abbiamo fatto un giretto al cenro commerciale e ci siamo fermati, guarda caso, proprio in libreria.
Qui ci siamo imbattuti in una promozione -25% sui libri Giunti, classici e non...

Memore di quanto avvenuto la scorsa settimana, con i punti della scheda Giunti da usare in acquisti (per cui libri gratis fino a 49.90 euro) mia figlia si è presentata al mio cospetto con un bel malloppo... e suo fratello seguiva a ruota. Eh no, ragazzi!! Stavolta non erano gratis e, soprattutto, ce n'erano diversi a casa in attesa di essere letti. Così abbiamo fatto una selezione.
Abbiamo deciso di evitare principesse e principessine (visto che ne abbiamo diverti in giacenza con tali protagoniste) per virare in modo deciso verso un genere nuovo: l'avventura.
I bimbi hanno deciso - nella convinzione da me sostenuta con fermezza - che non esistano storie da maschi e storie da femmine, di sperimentare un nuovo genere: l'avventura!
Avventura estrema, a dire il vero, in versione ragazzi (e ragazze, aggiungo io).
Abbiamo scelto quattro titoli della stessa serie, due ciascuno per poi scambiarseli una volta letti. Poi, alla cassa, la commessa ha buttato giù l'ultimo mattoncino del muro che era rimasto in piedi per non compare Il viaggio di Ulisse... non che non volessi comprarlo ma... abbiamo a casa diverse versioni (integrali... però) e volevo evitare doppioni. La commessa è stata abilissima a dire a mia figlia che in questa edizione la storia è narrata per capitoli e sarà una lettura utile anche per la scuola, semplificata ancor più dal fatto che ogni capitolo ha un titolo che l'aiuterà a fissare in testa i concetti.
Eccolo qui... l'ultimo mattoncino crollare inesorabilmente a terra. Ed anche Ulisse è tornata a casa con noi.

Buona lettura a tutti...

domenica 24 maggio 2015

Lo spettro (J. Nesbø)

Avuto in prestito dopo aver letto Il Confessore, Lo Spettro di Jo Nesbø mi ha tenuta attaccata alle pagine in modo inverosimile... Tanta era la voglia di capire come la storia si snodasse che ho anche fagocitato qualche parola letteralmente saltandola pur di andare avanti.

E ieri notte non so nemmeno dire fino a che ora sono rimasta sveglia, in camera, con la lucina da lettura che illuminava le pagine...

Mi sono resa conto che Harry Hole - il protagonista del racconto - è stato anche il protagonista di altri libri precedenti ed ho capito che alcuni passaggi facevano riferimento a libri che avrei dovuto leggere prima di questo (in particolare si fa riferimento più volte a L'uomo di neve). Ma la lettura è andata avanti senza problemi anche se non ho scelto l'ordine giusto con cui affrontare le avventure di Harry Hole.
Devo ammettere che in alcuni passaggi l'autore ha calcato un po' troppo la mano rendendo un tantino inverosimili le situazioni... soprattutto in alcune scene di lotta con potenziali assassini che riducono Hole quasi in poltiglia. Quasi!

In effetti quest'uomo si dimostra capace di imprese impossibili. Un po' troppo, forse. Ma devo dire che il ritmo incessante del racconto, le descrizioni di una Oslo in cui la droga è sempre più dilagante, dove i giovani drogati sono all'ordine del giorno così come le loro crisi e le loro follie, mi hanno fatto chiudere un occhio su dettagli di questo tipo.

Nesbo non si risparmia in descrizioni ne' quando parla di alcuni personaggi che sono consumati dalla droga ne' quando descrive scene di violenza che vanno a braccetto con il decadimento della città dovuto all'uso della droga. Politici e forze dell'ordine collusi con la malavita, assassini a piede libero, signori della droga introvabili ma che, alla fine, si dimostrano più vicini di quanto si potesse immaginare...

Hole si trova ad indagare, pur non essendo più in polizia (e credo che leggendo i libri precedenti avrei meglio capito il perchè, così come avrei capito da dove arrivasse quella cicatrice così vistosa che gli segna il volto) su un omicidio. 
Considerato un caso chiuso, omicidio per droga, la persona arrestata come assassina è il figlio della sua ex compagna. Oleg è il nome del ragazzo, consumato dalla droga e con una triste adolescenza alle spalle. Hole vuole capire chi sia il vero assassino di Gusto, il giovane ammazzato e vuole scagionare quel giovani contro il quale sembra che tutti i conti tornino. Oleg si dichiara innocente ed Hole gli crede. Inizia così non solo una caccia all'uomo ma una forsennata caccia ai vertici del mercato della droga, dove tutto ha avuto inizio.

L'autore usa uno stile narrativo che vede due voci narranti in parallelo. Da una parte c'è Gusto che, mentre sta morendo, racconta a suo padre la sua verità in un monologo accorato, disperato, genuino... Dall'altra vengono raccontate le vicende di Hole che viaggiano in parallelo a ciò che Gusto svela. 
Il finale? Inaspettato come non mai. Avevo creduto di aver capito chi fosse il colpevole arrivata a 3/4 del libro ma non avrei mai immaginato un finale così.
Lo consiglio agli amanti del genere, pur non avendo letto le avventure di Hole nell'ordine giusto... mi ero pure ripromessa di leggere tutti gli altri libri nell'ordine giusto ma il primo che ho trovato in biblioteca è stato Il pettirosso, che di fatto è il terzo, e non ho nessuna intenzione di riportarlo indietro in attesa di trovare il primo, che è Il pipistrello. Ho ancora l'adrenalina in corpo per aver appena terminato Lo Spettro e non voglio certo allentare la presa. In casa ho diversi libri in attesa di essere letti ma di tutt'altro genere... non è questo il loro momento.

venerdì 22 maggio 2015

Il Passo Perfetto. Cammino di Santiago (N. Artuso) - Venerdì del libro

Ci ho messo parecchio a leggere Il passo perfetto. Cammino di Santiago, scritto da Nicola Artuso.
L'ho letto con calma... non perchè mi annoiasse, perchè fosse scritto male o perchè non mi interessasse... E' stato come se volessi assaporare pian pianino quelle pagine quasi come se seguissi idealmente il cammino del pellegrino.
Non mi capitava da tantissimo tempo di mettere di post it tra le pagine di un libro. Sfoglio questo volumetto dalla copertina sgargiante e mi accorgo di averne appiccicati quattro. Pochi? Non per me... non sono proprio abituata ad evidenziare dei passaggi o delle pagine mentre leggo qualcosa.

Per questo Venerdì del libro (appuntamento al quale ultimamente ho partecipato a singhiozzo), vorrei proporre proprio questa lettura: Nicola Artuso consegna ai lettori un diario del suo cammino verso Santiago De Compostela. Consegna i suoi pensieri, le sue aspettative, le sue crisi, le sue delusioni, le sue vittorie. Il tutto, consumato nell'arco di un cammino da pellegrino che lo ha portato alla ricerca del Passo Perfetto. Così dice. Il suo non è un vero e proprio cammino di fede. No no... non è la fede a motivare la sua scelta. Cerca qualche cosa che, a dire il vero, non riesce bene a definire. E durante il suo cammino si rende conto di non riuscire a rispondere in modo compiuto a quanti gli chiedono, fin troppo spesso, perchè ha affrontato il cammino da pellegrino.

Il formato del libro mi ha permesso di tenerlo anche in borsa e portarmelo in giro. L'ho letto volentieri. L'ultimo libro che avevo letto di questa casa editrice - Il Prato - era di un genere completamente diverso e non mi è dispiaciuto affatto diversificare la lettura. Mi piace cambiare genere e mi sono presa una pausa da storie crudeli, thriller psicologici e simili... letture che ultimamente mi hanno occupata un bel po'.

Nicola Artuso è ironico e pungente nel suo racconto, è genuino anche nei modi di esprimersi, nelle frasi che usa, nelle espressioni che rivolge ai suoi compagni d'avventura. Quel suo modo di rendere partecipi i lettori della sua avventura in un modo così diretto mi è proprio piaciuta.

Lungo il cammino Nicola incontra parecchie persone e si lascia andare a pensieri, considerazioni, interrogativi, momenti di crisi e di consolazione che vuole dividere con i lettori.
Non è semplice raccontare la trama. Quel che posso dire è che Nicola parte, cammina e arriva alla meta. Il resto va scoperto pagina dopo pagina.

Riprendendo il libro in mano e andando a guardare le pagine in cui ho messo i post it colorati mi rendo conto che in alcuni casi ho segnalato degli errori (che ci posso fare? Mi saltano agli occhi), come, ad esempio, a pagina 173 quando l'autore scrive non è ho idea al posto di non ne ho idea... Dettagli... che però (che ci posso fare) non mi sfuggono.
Poi continuo a sfogliare e mi rendo conto che altri post it sono su pagine in cui ho voluto evidenziare dei concetti. Come le riflessioni sul vizio del fumo. 
La mia dipendenza da nicotina nasce alle scuole superiori. Da ragazzini si fumava così, per gioco. Mentre le ragazzine si truccavano la faccia da pipistrelli per dire al mondo che erano diventate delle donne noi, per lo stesso motivo, si fumava per dire che avevamo le balle che fumavano dalla voglia di provare nuove sensazioni. Stessa cosa. Poi quel vizio però prende altre forme, con somma gioia della psicanalisi che traduce il filtro in capezzolo, il fuoco in rabbia, il fumo in bisogno di leggerezza e l'atto di fumare in sé in una forma di suicidio controllato. Che dicano quello che vogliono, alla fine si tratta di una dipendenza chimica, come lo è quella dal caffè, dagli psicofarmaci o da qualsiasi altra droga. Sono dell'idea però che i vizi peggiori sono sempre quelli che non si vedono, ma che di questi tempi sono piuttosto ben visti dai controllori sociali. Parlo del vizio di accumulare denaro e ricchezze materiali alla Paperon de Paperoni, del vizio del superare gli altri, del sesso sporco, del potere. Per i vizi di questo tipo non c'è un ministero della sanità mentale che ti diffidi dal farne un uso incontrollato perchè il cancro all'anima non è ancora stato riconosciuto dalla scienza media come peste universale.
E' solo un esempio dei pensieri che l'autore condivide con il lettore, riflessioni che fa nei momenti di solitudine durante il viaggio.
Lo stile narrativo non è perfetto, è più - in diversi punti - una trascrizione letterale di dialoghi e pensieri allo stato "puro" che non frasi perfezionate, grammaticalmente e dal punto di vista strutturale, per creare un particolare effetto stilistico.
La sua narrazione è così, diretta ed imperfetta se vogliamo, proprio come diretti ed imperfetti possono essere i pensieri ed i dialoghi lungo il cammino. E, a ben guardare, sta anche in questo la particolarità!
***
Il passo perfetto. Cammino di Santiago
Nicola Artuso
Edizioni Il Prato
12.00 euro - acquistabile qui 

martedì 19 maggio 2015

Nuovi arrivi#12

Manco dalla blogosfera da un po'... Una serie di impegni mi hanno tenuta lontana dal pc ed ora sono un tantino più rilassata... Così torno a fare il punto degli ultimi arrivi in fatto di libri a casa nostra.
La scorsa settimana, tra un preparativo e l'altro (mia figlia ha fatto la Prima Comunione domenica scorsa) mi sono concessa una tappa in libreria e sono tornata a casa con L'arte di cucinare i desideri di Erica Bauermeister (di suo ho letto La scuola degli ingredienti segreti) e Con la morte non si tratta di Bruno Morchio. Ho dato fiducia ad un autore italiano, in questo secondo caso, che spero mi possa stupire positivamente... Dall'utima di copertina ho letto che il protagonista del libro è protagonista di altre sette storie... mi sarò nuovamente imbattuta in un sequel illeggibile senza aver letto prima gli altri? Vi saprò dire. Io mi auguro che siano tutte storie che, pur avendo lo stesso protagonista, siano leggibili anche separatamente l'una dell'altra. Vedremo.

Con questi due acquisti in libreria sono arrivata a quota 100 punti nella mia Giunti Card... tanti punti che mi hanno permesso di tornare oggi assieme a mia figlia per una scorpacciata di libri a costo ZERO. Cento punti accumulati mi hanno dato diritto a 49.90 euro di libri Giunti GRATIS ed ho pensato di dividere tale quota con mia figlia: abbiamo scelto tre libri a testa.

L'incantesimo di fuoco era nella sezione ragazzi ma l'ho scelto per me prima che per mia figlia. Mi ha attirata la copertina ed anche la storia... vedremo i contenuti più avanti.

Poi ho scelto due titoli di generi completamente diversi: Ossa fredde, giusto per restare in linea con il genere che mi sta prendendo parecchio in questo periodo e Facciamo finta che non sia successo niente... Il titolo, in se, non mi è sembrato granchè ma mi è sembrata una storia leggera e romantica.... una di quelle che ogni tanto ci possono stare.

Mia figlia ha scelto due titoli della collana La banda delle Ragazzine (Vittoria e i ciondoli dell'amicizia, Caccia al drago con Damiano). Sono i primi che ha tra le mani di questa collana e non so se ha fatto caso che ci sono anche degli stickers all'interno, nella pagina finale. Le bandelle, poi, possono essere ritagliate per dare vita a dei simpatici bigliettini. Terzo libro da lei scelto è Un ciclone in salotto della collana Un divano per dodici. Nuova, per noi, anche questa collana. Vedremo come va.

Niente male, no? Ho dovuto dare alla cassiera 40 centesimi di differenza. Con 40 centesimi abbiamo portato a casa sei libri. Non male davvero!

lunedì 11 maggio 2015

Il Drago e la coccinella (Maria Teresa Nuzzi)

Una storia tenera che parla di un grande amore. E' quella che viene narrata da Maria Teresa Nuzzi, con l'accompagnamento delle illustrazioni di Ilaria Urbinati, nel libro Il Drago e la coccinella.

Può un drago grande e grosso innamorarsi di una coccinella piccina e fragile? 

Certo che può, perchè l'amore avvicina i cuori, anche quando all'apparenza sembra impossibile che accada. Il libro mi ha catturata per via del formato, della copetina rigida ed elegante, delle dolci illustrazioni. Una volta a casa mi sono resa conto che è adatto per bambini piccoli, che non sanno ancora leggere o che stanno imparando a farlo.

I testi sono molto brevi e le frasi sono ripetute due volte, in stampato ed in corsivo.
Chi sta imparando a leggere ha tutte e due le versioni sotto gli occhi e può essere più facile mettere una letterina dopo l'altra per arrivare ad avere una parola e poi una frase di senso compiuto. Non è il nostro caso, visto che i miei bimbi leggono da soli da un po', ma è stato comunque divertente leggere la storia con una sorta di effetto eco, con loro che ripetevano la frase in coro dopo che l'avevo declamata io.

Una storia d'amore... dicevo in apertura. Ed in effetti questo è. Una dolcissima storia d'amore tra diversi. Non un drago ed un suo simile, non una coccinella ed un suo simile ma due esseri molto diversi che, però, si innamorano ed imparano a condividere l'uno le abitudini e le passioni dell'altra.

Bello!

E poi dalla storia d'amore tra diversi si passa alla multiculturalità facendo un parallelo, nelle ultime pagine.
Ecco, dunque, che la storia viene proposta anche in arabo, inglese, francese, romeno e spagnolo. Altra bella idea... 

Infine - ma non per criticare - mi è saltato agli occhi un dettaglio: perchè il Drago è scritto in maiuscolo e la coccinella invece no? Solo sulla copertina e nella prima pagina interna, quella del titolo. Poi nel testo tutti e due in minuscolo. Un dettaglio, ma l'ho notato!
***
Il Drago e la coccinella
Maria Teresa Nuzzi illustrazioni di Ilaria Urbinati
ADNAV EDIZIONI (collana I Coriandoli)
euro 12.50

mercoledì 6 maggio 2015

Il tribunale delle anime (D. Carrisi)

Ammetto che in alcuni punti ho fatto fatica a seguire la trama (ma per mia colpa, credo) ma Il tribunale delle anime di Donato Carrisi mi ha tenuta comunque incollata dalla prima all'ultima pagina.
E poi, per la primissima volta in assoluto, letta l'ultima riga ho avuto la voglia di andare a rileggere l'inizio!

Carrisi dimostra ancora una volta - dopo quanto avvenuto con Il Suggeritore - di conoscere molto bene certi meccanismi del male e la sua scrittura cattura. Almeno per me è stato così. 

Credo di aver commesso un errore - forse dovuto alla troppa fretta nel voler andare avanti - e cioè quello di non fare troppo caso alle date che compaiono all'inizio dei capitoli. La storia si snoda su diversi piani spaziali e temporali, i personaggi introdotti sono diversi ed inizialmente slegati l'uno dall'altro ma chi si riveleranno tutti collegati tra loro da un filo nemmeno troppo sottile.

In alcuni passaggi, davvero, ho temuto di perdermi visto che informazioni che vengono date poi si interrompono per riprendere la narrazione di un altro periodo e con altri personaggi ma una volta compreso il meccanismo ed entrati nela storia i conti tornano.

Ho preso in prestito il libro in biblioteca, con un prestito interbibliotecario: quando mi sono trovata tra le mani un volume piuttosto grande (quasi 450 pagine belle corpose) mi sono sulle prime impaurita per quanto avrei dovuto leggere. Poi, però, mi sono detta che se il ritmo fosse stato quello del libro letto in precedenza, sempre di questo autore, allora l'avrei letto in un batter d'occhio. E così è stato.

Bisogna anche tener conto del fatto che, proprio per via della grandezza e del peso del volume, ho evitato di portarlo in borsa con me e l'ho letto quasi esclusivamente in casa... altrimenti avrei terminato la lettuara ancora prima! Comunque, non sono certo i tempi di lettura ad interessarmi, era solo per dire che si lascia leggere in fretta. 

Al termine del libro l'autore svela che ha preso ispirazione da fatti realmente accaduti... 
Pur non volendo scendere nella trama, tutto ruota attorno alla figura dei cosiddetti penitenzieri: figura a me sconosciuta ma particolarmente interessante. Si tratta di sacerdoti che hanno il compito di ascoltare confessioni che comportano colpe particolarmente gravi... e che prendono (prendevano, ora non so dire di preciso cosa avvenga ai nostri tempi) nota delle pene confessate tanto da dare vita ad uno specialissimo archivio del male. Il tribunale delle anime, appunto. 
C'è un luogo in cui il mondo della luce incontra quello delle tenebre. E' lì che avviene ogni cosa: nella terra delle ombre, dove tutto è rarefatto, confuso, incerto. Noi siamo i guardiani posti a difesa di quel confine. Ma ogni tanto qualcosa riesce a passare... Il mio compito è ricacciarlo indietro.
Così viene definito il ruolo dei penitenzieri... Nel libro si intrecciano storie misteriose a morti rispetto alle quali viene fornita l'occasione per mettere in atto una vendetta o perdonare. Qualcuno sceglierà la prima via, pochi altri la seconda. 
In questo contesto si innesca la figura di un penitenziere che non ha identità e non ha passato perchè vittima di un'amnesia... Ed anche quella di una poliziotta che perde una persona cara.... così come quella di tante altre figure minori le cui storie si intersecano l'una con l'altra in un mix di mistero, paura, morte, vendetta, perdono, fede, male.

Carrisi mi ha catturata anche stavolta e pur avendo proposto un romanzo di fantasia, fornendo chiarimenti circa la figura dei penitenzieri, mi ha fatto conoscere una realtà di cui ero all'oscuro.

Se lo consiglio? Agli amanti del genere sicuramente si. A me è piaciuto.