lunedì 30 novembre 2015

La barca dei folli - Incontri con l'autore - Stefano Dionisi

Non è un romanzo. Non lo è affatto. Il libro La barca dei folli di cui l'autore - Stefano Dionisi - ha parlato nel corso di un incontro a cui ho avuto la possibilità di partecipare, non è un'invenzione ma il racconto di un'esperienza vissuta.
Lo scorso anno avevo avuto modo di conoscere Gianluca Nicoletti sempre nella stessa occasione - un seminario di formazione per giornalisti - e questa volta l'ho ritrovato nelle vesti di intervistatore visto che a lui è stato dato il compito di intervistare Dionisi nel parlare del suo libro.

Nicoletti, lo scorso anno, parlava di disagio legato all'autismo. Dionisi parla di disagio legato, in questo caso, a problemi con la propria mente. Il titolo del libro la dice lunga. 
Anche lui è salito sulla barca dei folli...

Ho comprato il libro in tale circostanza ma ancora non l'ho letto. Ne ho un altro in lettura e per il momento sono a posto ma credo che sarà il prossimo e passera avanti a molti altri che ho in lista d'attesa. Eh si, perchè l'autore mi ha incuriosita.
Intanto non si tratta di un personaggio qualunque ma un personaggio pubblico, un attore, un uomo di spettacolo abituato ad un certo tipo di vita e a tutto ciò che ne può conseguire.

Nicoletti lo ha introdotto facendo riferimento ad un momento in cui un uomo perde i suoi diritti fondamentali: quando la società lo definisce pazzo.
Una persona che si trova a vivere un momento particolare della propria vita, quando perde la capacità di controllo dei suoi pensieri, delle sue azioni, viene considerato una sorta di pericolo generale per il sentire comune. 
Ecco che inizia, per quell'uomo, un viaggio particolare. Quello che lo porta sulla barca dei folli.

Dionisi stava girando un film quando, all'improvviso, ha gettato via i suoi documenti e si è incamminato verso non si sa dove...

"Ero in Spagna - ha raccontato l'autore - ed ho iniziato a camminare come se fossi avvolto in un sogno. La realtà non era più tale attorno a me. Mi sono nascosto in un'abitazione da cui poi sono stato recuperato perchè, avendo lasciato un film, mi sono venuti a cercare. Da lì è iniziato il mio percorso nelle cliniche psichiatriche... Mi hanno fatto un TSO (trattamento sanitario obbligatorio) l'11 di settembre. Ricordo le immagini delle torri gemelle che venivano giù ma per me, in quel momento, non era qualche cosa di importante".

Da lì è iniziato l'avvio in un mondo parallelo che lo ha portato a contatto con diversi compagni e compagne d'avventura.

Nel libro, così ha detto l'autore, parla della sua esperienza, parla di se', della sua infanzia e di ciò che certe circostanze hanno voluto dire per lui. "...ero un bambino disadattato - ha detto - perchè mio padre si era allontanato dalla famiglia quando avevo cinque anni e l'ho rivisto dopo 25. Sentivo addosso a me profondi sensi di colpa per il suo abbandono... non ho mai saputo cosa volesse dire ascoltare le fiabe lette dalla voce del proprio padre... qualcosa di importante mi è mancato". 
Poi si sono ritrovati... ma suo padre non stava bene. Non è potuto andare nemmeno al suo funerale perchè era all'estero per lavoro, dopo essersi ripreso. 

Questo e molto altro ha raccontato. In un modo poco lineare, a dire il vero... ma posso comprenderlo. Non si tratta di parlare di una trama inventata ma di un momento difficile della propria vita e non credo sia affatto facile, soprattutto considerando la tipologia di problema.

Leggerò il suo libro appena possibile... so già che mi trasmetterà molto... lo sento a pelle.

venerdì 27 novembre 2015

Il corpo umano (P. Fabris) - Venerdì del libro

Quinta elementare. Arriva il momento di fare le ricerche insieme ai compagni di classe. La prima ricerca in assoluto che ha fatto mia figlia assieme ad altri suoi compagni è stata sul corpo umano, in particolare sull'apparato digerente. 
Non ha scelto internet per cercare informazioni ma ha scelto alcuni libri che avevamo nella libreria di casa. 
Li ha portati a casa della compagna che ha ospitato l'intero gruppo e quando è tornata aveva uno zainetto molto più pesante di quando era partita: un suo compagno le aveva prestato Il corpo umano edito da Giunti Junior in cui ha trovato 1000 domande e 1000 risposte sull'argomento.

"E' davvero molto interessante! Me lo ha prestato Gianluca". E' il primo libro in assoluto che definisce "molto interessante". Di solito dice  "...carino" oppure "...bella storia"... Abbiamo fatto un passo avanti.
Me lo ha mostrato e devo ammettere che non si sbagliata affatto.
In ogni pagina è indicato un interrogativo a cui si risponde in modo chiaro, esaustivo e comprensibile.
Non vengono usati paroloni e, allo stesso tempo, si fornisce una risposta completa.
Non mancano le immagini, le fotografie ed i colori che rendono il tutto ancora più interessante.
Contiene da interrogativi semplici a domande più complesse ed è davvero ben fatto. In libreria ci è passato molte volte sotto gli occhi ma prima di questo momento mia figlia non aveva mostrato per lui alcuni interesse...

Devo ammettere che avevo in mente qualche cosa di molto diverso di cui parlare per il Venerdì del libro di oggi ma l'entusiasmo di mia figlia mi ha contagiata ed ho cambiato idea all'ultimo minuto.

E' suggerito per bambini dagli otto anni ed è un'edizione di qualche anno fa che fa parte di una collana divulgativa distribuita da Giunti.
Consigliato anche per un regalo.
***
Il corpo umano
Paola Fabris
Giunti Junior
12.90 euro

giovedì 26 novembre 2015

Un amore di zitella (A. Vitali)

Ero alla ricerca di una lettura leggera, che mi permettese di fare una pausa tra un thriller e l'altro, tra una storia seria ed impegnata e l'altra. Qualche cosa di divertente, magari... e mi hanno consigliato Andrea Vitali.

Ho scelto Un amore di zitella, un titolo che mi era simpatico.

Ho consultato il sito internet del sistema interbibliotecario del mio comune e l'ho trovato in una biblioteca qui vicino. Ne ho prenotato il prestito e quando mi sono presentata per il ritiro mi hanno detto che era disponibile solo l'audiolibro... dopo un attimo di titubanza ho deciso di prenderlo comunque.

Non me ne sono pentita. Ho infilato il primo dei tre dischetti nel lettore audio della mia macchina ed ho ascoltato l'autore leggere il suo libro nel tragitto dalla biblioteca a casa e poi, nei giorni successivi, da casa al lavoro e viceversa.

E' stato piacevole. La storia non è una di quelle che si possono considerare indimenticabili, una storia di vita di paese con un bel carico di equivoci e cose dette non dette, proprio come capita spesso nella realtà.

La protagonista è Iole Vergara, una zitella che lavora in comune e che ha un'esistenza tranquilla, con giornate sempre uguali l'una all'altra. Improvvisamente, per via di una serie di equivoci, diventa la protagonista di una storia più grande di lei che sfumerà così come è stata montata. Ecco, dunque, che le sue tranquille giornate si animano, nonostante lei non abbia fatto nulla affinchè ciò avvenisse.

La sua vita di dipendente comunale, la figura del segretario comunale, le vicissitudini quotidiane con i permessi, i ritardi... una situazione che mi ha fatto pensare al mio lavoro di tutti i giorni e che in alcune descrizioni mi ha davvero divertita anche per le similitudini che nella mia mente si alimentavano di volta in volta. Non è un libro comico, di quelli che devono far ridere per forza, ma certe situazioni descritte con estrema semplicià da Vitali strappano davvero un sorriso.

Al di là della trama, dal punto di vista tecnico si tratta di un prodotto utilizzabile anche da non vedenti e ipovedenti, essendo un audiolibro. All'interno del cofanetto ho trovato, oltre ad un'indice con l'indicazione della durata di ogni capitolo, anche un piccolo volume con un'intervista all'autore. La lettura di Andrea Vitali dura, complessivamente, 2 ore e 44 minuti per un costo di 18.90 euro.

domenica 22 novembre 2015

Cosa può succedere quando si critica un libro.... Critica alla critica

Chi mi segue e conosce il mio blog sa che alla base dei post in cui parlo di libri è l'amore per la lettura.
Nessun'altra velleità se non quella di dire a voce alta ciò che un libro mi trasmette o non mi trasmette. 
Non scrivo recensioni per mestiere, nessuno mi paga per farlo.
Scrivo da lettrice. 
E come tale mi capita di amare un libro oppure odiarlo, di dimenticarlo dopo pochi giorni o di ricordarlo per sempre.

Ogni lettore, credo, quando finisce di leggere un libro, dopo aver letto l'ultima riga, si ritrova a dire: "... che peccato che sia finito!", "...davvero bello", "... che delusione!", "...pensavo meglio...", "...ho perso tempo a leggere un libro così", "...credo che lo rileggerò". 
Capita di leggere libri che piacciono ed altri che non piacciono.
Libri rispetto ai quali ci si sente particolarmente predisposti ed altri nei confronti dei quali non si prova alcun feeling.
Capita. 
Un lettore lo sa. 
E ogni volta che sceglie una lettura piuttosto che un'altra sa di andare incontro all'ignoto... ed il bello è anche questo, credo... Andare alla scoperta di una storia che potrà essere indimenticabile ma anche inconsistente.
Il lettore sa che può andare incontro a tutto ciò soprattutto perchè il rapporto che si ha con un libro è soggettivo. 
Non basta che qualcuno ci consigli caldamente una lettura per farcela piacere così come può darsi che recensioni negative di altri lettori non trovino alcun riscontro nelle sensazioni che invece, a noi, un libro provoca. 

Allo stesso modo, però, credo ogni autore debba saper che ci può essere chi adora il suo libro e chi, invece, non riesce a finire di leggerlo. Può esserci chi si rivede nei personaggi e chi, invece, non riesce proprio a trovare coerente la storia. Ci può stare. E un autore dovrebbe saperlo.
Ci possono stare recensioni positive ma anche negative.

A me è capitato di scriverne, di recensioni negative, cercando sempre di essere oggettiva e, soprattutto, precisando ogni volta che si tratta di valutazioni ed opinioni di carattere personale che non vogliono certo essere un giudizio universale ma un pensiero soggettivo punto e basta. 
Il pensiero di una lettrice. Punto. 

Mi è capitato anche in occasione di un libro di Lucia Forani, una scrittrice emergente, che a distanza di tempo da quella recensione mi ha contattata via mail per esprimere una critica alla mia critica. Il libro si intitola La vita a passi di musica, recensito nel mese di gennaio dell'anno scorso.
Non ho alcuna difficoltà a pubblicare ciò che mi ha scritto. Magari potremmo aprire un dibattito... al quale lei stessa potrebbe partecipare visto che su ogni post si può lasciare un commento senza problemi, non ho inserito la moderazione dei commenti per cui chiunque può dire ciò che crede.

Sabato 21 novembre
Salve mia cara Stefania o, dovrei dire, Sibilla Aleramo? Sono proprio io, la tua amata- odiata futura " amica di penna " Lucia Forani! Ammetti almeno che con le battute ci so fare! Non mi sono mai accorta della tua recensione fino a qualche giorno fa, quando il mio compagno mi ha fatto presente, suo malgrado, che una " ventennale scrittrice di libri" aveva recensito il mio romanzo d' esordio. Dapprima non avevo dato peso alle tue parole ma, rileggendo per la seconda volta, mi sono resa conto che la tua professione non è mai stata quella di recensire libri bensì quella di sputare fango sulla gente. Premesso che anche io credo fermamente che le critiche aiutino a migliorare, devo, purtroppo, cambiare linea di pensiero quando qualcuno decide di colpire la sensibilità di un individuo, introducendo nei suoi commenti frasi del tipo " non vedevo l' ora di liberarmene" e come questa altre ancora. È davvero una caduta di stile per una che si professa giornalista di professione!!!!!!!!!!!!!!! Mi piacerebbe anche ribattere su alcuni punti che tu stessa hai sottolineato. Cominciamo:  
- hai affermato che il libro è di 80 pag circa quando, invece, ne contiene 88, dimostrazione della tua poca attenzione. 
- i personaggi sono approfonditi dal lato umano e psicologico; rivediti la presentazione di Anna, l' accadimento spiacevole della sua infanzia, il rapporto con la signora della casa colonica e poi il legame indissolubile tra Filippo e suo nonno e tra questi due e la musica, che superficialità! 
- i dialoghi sono volutamente anacronistici perché volevo dare il senso di un amore d' altri tempi. 
- se non riesci a seguire i periodi lunghi, francamente, credo che siano problemi tuoi. 
- il fatto che in un periodo ci fossero due volte il due punti potrebbe essere un refuso, anche se non disdegno affatto il loro plurimo uso in un dato periodo. Lo stesso grande Pirandello ne fa largo uso: vai a leggere il xv capitolo intitolato " Io e l' ombra mia " , seconda facciata in fondo de" Il fu Mattia Pascal " e ti renderai conto che, non solo inserisce più volte il punto e virgola ma anche il due punti in uno stesso periodo. 
- non hai elencato gli elementi che fanno perdere il lettore, dimostrazione che hai buttato là una dichiarazione senza sapere perché.
- il libro deve, per forza di cose, avere tante parti di testi di canzoni perché deve dare il senso della continuità della vita affiancata sempre da un motivo musicale, altrimenti perché chiamare il libro " La vita a passi di musica" ? 
Come vedi ho dato risposte più che plausibili ai tuoi battibecchi; quando si recensisce un libro ci si dovrebbe soffermare a pensare alle offese che potrebbero scatenarsi se si va a colpire l' individuo nella sua intimità e sensibilità, parole queste che sono di un mondo nel quale, forse, tu non sei entrata mai: quello della sensibilità sopraelevata ed eletta dell' artista vero. Dalla parte opposta c' è il vostro di mondo, contaminato e, quindi, condannato perennemente da un sentimento che non mi è mai appartenuto, l' invidia. 
In bocca al lupo!  
Lucia Forani 

Domenica 22 novembre
Ciao cara Stefania, sono Lucia Forani, ieri mi sono dimenticata di dirti una cosa, ma non meno importante delle altre, anzi, oserei dire, la più cruciale di tutte: se hai un briciolo di coraggio e buon senso, così come hai pubblicato le tue critiche sul mio libro nel tuo blog, dovresti, a maggior ragione e per parità di diritto, pubblicare anche la mia contropartita. Se non dai agli altri,come a me, la possibilità di un riscatto, dimostreresti, ancor di più, la tua bassezza e meschinità perché è semplicissimo criticare e scegliere di far vedere alla gente solo ciò che ci è più conveniente, sminuendo gli altri. Se non sei così vigliacca come credo, pubblica le mie risposte alle tue critiche! 
Vorrei solo precisare che quando un lettore è deluso credo che abbia tutto il diritto di esprimere le sue sensazioni alla stessa stregua di quando è entusiasta e più che soddisfatto di ciò che ha letto.
Sono stata descritta come una che sputa fango sulla gente, persona poco attenta (si, questo è vero... ho sbagliato ad indicare il numero delle pagine), una che offende la sensibilità altrui, che alimenta battibecchi, invidiosa, meschina, vigliacca...
Non mi offendo. Ma non credo affatto di essere come sono stata descritta, nemmeno in piccola parte.

Posso comprendere la delusione di un autore che si sente criticato. 
Sento di essere una lettrice onesta, però. 
E se questo non piace... non posso farci niente. 

venerdì 20 novembre 2015

Storia di una ladra di libri (M. Zusak) - Venerdì del libro

Ho pianto. Erano secoli che non mi accadeva di piangere durante la lettura di un libro ma con Storia di una ladra di libri ho pianto. Mi ha emozionata, mi ha toccata... non credo che lo dimenticherò. Come si può dimenticare una storia così? La storia della sofferenza e della morte di molti... Un pezzo di storia che, seppur per mezzo di un romanzo, viene raccontata con tutta la sua violenza.
So che non è una novità per il Venerdì del libro ma vorrei comunque consigliarlo anche io, rafforzando ciò che è stato detto in precedenza. 

Il libro che ho letto mi è stato regalato dalla mia amica Rachele ma, lo ammetto, avevo già nella mia personale libreria la versione precedente - La bambina che salvava i libri - che era in attesa di lettura. Il mio, nuovo di zecca, l'ho regalato. Ho tenuto questo.

La versione precedente è uscita in diverse edizioni, con diverse copertine. Quella che ho avuto in dono io è stata l'edizione successiva al film pertanto la copertina richiama proprio la trasposizione cinematografica.
Io il film non l'ho visto e non credo che lo vedrò. Vorrei conservare la delicatezza e, allo stesso tempo, la violenza di certe descrizioni, la tenerezza di alcune situazioni e la tragicità di altre senza passare per la tv.

La voce narrante è quella della Morte. Lei che vaga alla ricerca di anime da abbracciare, da portare via, nel periodo in cui è ambientato il libro ha molto da fare. Molto... e non è semplice il suo lavoro, anche se può sembrare il contrario. In molti, in quel periodo, la invocavano ma lei molte volte passava oltre, perchè non era arrivato il momento.

La protagonista è Liesel Meminger. Ha nove anni quando perde suo fratello con il quale avrebbe dovuto essere adottata da una nuova famiglia. Proprio al funerale di suo fratello inizia la sua carriera di ladra di libri. Ne raccoglie uno, dall'aspetto tetro, accanto alla bara nella neve. Lo porta via. Sarà il primo di una lunga serie.

La Morte narra la storia di questa bambina e della sua famiglia adottiva, dei suoi amici ma anche di tutti coloro che si sono trovati a vivere quegli anni di guerra. E' il 1939 e siamo nella Germania Nazista. Non credo che serva dire altro.

Interessante ed originale la narrazione affidata alla Morte. Interessante ed originale anche il modo con cui la Morte racconta la storia. Spesso svela ciò che accadrà parecchio più avanti per poi dedicarsi ai dettagli. Ciò non toglie nulla al gusto della lettura. Tutt'altro.

Liesel scopre il potere delle parole, impara a leggere grazie al suo padre adottivo e diventeranno parte integrante della sua vita seppur in un modo molto particolare. 

Vorrei sottolineare un dettaglio, un aspetto che mi ha coinvolta parecchio. Come Liesel, anche io mi sono trovata a leggere una storia per una persona cara che stava male. Serbo un tenero e allo stesso tempo triste ricordo di quel momento per cui quella ragazzina che leggeva a voce alta per qualcuno... bhè... mi ha toccata.  

E, dicevo, ho pianto. Sono riuscita a resistere in più punti, lo devo ammettere... ma verso la fine non ce l'ho più fatta. Non voglio dire a quale punto per non svelare troppo della trama. Ma è un incontro davvero emozionante che mi ha toccato le corde del cuore ed ha aperto i rubinetti delle lacrime... Emozionante davvero. L'autore usa le parole con maestria. Dipinge immagini con le parole. Trasmette emozioni. Rende la Morte una narratrice impertinente, a volte, ma sempre molto oggettiva e, non per questo, distaccata da quanto accade. Si dispiace per dover portare via le anime di questa o quell'altra persona e trasmette tutto ciò con le parole.
La ladra di libri riusciva soltanto a concentrarsi sugli ingranaggi delle parole, a vedere i loro corpi distesi sulla carta, schiacciati perchè lei potesse camminarvi sopra.
Che altro dire... Pensando a quel periodo storico si riesce ad immaginare senza problemi che non si tratta di un libro leggero, spensierato. Tutt'altro. Ma la narrazione così come pensata non rende la storia pesante ma rende la lettura scorrevole... e lascia la voglia di andare avanti tutta d'un fiato.
Piaciuto. Consigliato.

mercoledì 18 novembre 2015

Nuovi arrivi #17 e in biblioteca#15

Non c'è niente da fare. Ogni volta che un nuovo libro arriva in casa mia è una gioia...
Tanto più ora che, avendo rallentato gli acqusti per via di parecchi libri ancora da leggere presenti in casa, i pacchi con dentro questi preziosi amici arrivano meno spesso del solito. 

Oggi è arrivato l'ultimo, a due mesi di distanza dal precedente. Ci siamo catapultati in tre ad aprirlo, io e miei due cuccioli. 
Loro hanno trovato due storie di Natale - Il Natale di Agata e Natale Speciale - arrivate da noi con un buon anticipo rispetto alla scadenza naturale di tale ricorrenza...
L'ometto di casa, inoltre, nei giorni scorsi ha portato a casa Il giardino delle farfalle, di Barbara Cerquetti, che abbiamo acquistato per via di un progetto scolastico che la nostra scuola sta seguendo con la casa editrice Giaconi.

Io ho trovato un libro acquistato a seguito di un suggerimento letto al Venerdì del libro. grazie al contributo di Dolcezze di mamma. Mi sono così tanto incuriosita che ho voluto comprare Scritto sulla mia pelle. A dire il vero ho pensato di regalarlo a mia madre a Natale.... ma non so se lo farò o se lo leggerò prima io!

Gli ultimi prestiti bibliotecari, invece, sono due generi completamente diversi tra loro: Un amore di zitella di Andrea Vitali mi è stato suggerito per dedicarmi ad una lettura leggera e spensierata, che possa anche strappare un sorriso mentre Nemesi era in lista d'attesa da un po' visto che ho intenzione di leggere tutti i libri di Jo Nesbø. Un appunto per Vitali: in biblioteca ho trovato la versione audiolibro... è la prima volta che mi capita tale formato e l'ho preso comunque in prestito, spinta dalla curiosità. Vi saprò dire...

In questo momento sono alle prese con la lettura di Storia di una ladra di libri e devo ammettere che è molto bello ma duro. Duro per via dell'argomento... che non può essere ricondotto ad un romanzo. Sarà pure un romanzo ma il contesto di cui si parla è un pezzo di storia che purtroppo è realmente esistito. 

In ogni modo... piatto ricco... mi ci ficco ;-)
E buone letture a tutti.

lunedì 16 novembre 2015

Mille e una famiglia (E. Maùti)



Ogni famiglia è speciale. E' vero. Più che vero. Lo è nella sua normalità così come nella sua unicità.
Lo è se si ha un fratellino in affido, se mamma e papà adottano un bambino, se di bambini non ce ne sono o se ce ne sono molti. Insomma, tante famiglie, tutte speciali, ognuna unica.
E' questo il messaggio di fondo attorno al quale si snodano le storie raccontate da Elisabetta Maùti nel libri Mille e una famiglia. Favole per spiegare ai bambini che ogni famiglia è speciale.
Molto graziose e colorate le illustrazioni di Laura Desirée Pozzi. Un elemento in più per rendere gradevole la lettura ai più piccoli.
Noi le abbiamo lette come storie della buonanotte ma ho visto che i miei bimbi hanno manifestato un interesse particolare. L'ometto di casa, che puntualmente si addormenta a metà, il mattino dopo mi ha puntualmente chiesto ogni volta "...ma... hai finito a leggerci la storia? Come andava a finire?" con la sorella che, altrettanto puntualmente, nel raccontare il finale, non è mancata di sottolineare che "... tu ti sei addormentato a metà!".
Lei, invece, più grandina, spinta dalla curiosità, ha deciso di accelerare i tempi di lettura (io avevo proposto una storia a sera) e il libro se l'è letto da sola.
Nel suo formato orizzontale - molto gradito anche questo - il libro contiene 13 storie che raccontano situazioni comuni a tante famiglie. L'affido, l'arrivo di una nuova compagna per papà, la difficoltà di staccarsi dai genitori, la perdita di una persona cara, la gelosia tra fratelli e tanto altro... questi i temi trattati con storie che propongono personaggi simpatici, resi ancora più simpatici dalle illustrazioni.
Ogni storia è introdotta da un consiglio di lettura per gli adulti ed ognuna si presta per aprire un momento di confronto con i propri figli.
Io ammetto di non aver usato questo libro a mo' di saggio scolastico: lettura - riflessione - confronto.
Eh no... sono pur sempre storie che devono arrivare a stimolare la fantasia dei bambini, prima che la riflessione. Quella pure ci può stare ma non in modo forzato o sistematico.

Ecco, dunque, che lette le storie, nei giorni successivi abbiamo avuto modo di riprendere qualcuno di quegli argomenti proprio aiutandoci con quello che delle storie ai bambini era rimasto.

La pentola che non sopporta il coperchio ma che non può stare senza di lui... a che ci fa pensare? A due fratelli che litigano sempre quando sono vicini ma che poi soffrono la lontananza... ecco, questo è un esempio...

***

Mille e una famiglia

Elisabetta Maùti

Erickson Editore - collana Capire con il cuore

euro 15.50 - acquistabile qui ad un prezzo speciale

venerdì 13 novembre 2015

Stefano Skeletro vuole volare (R. Lemmens) - Venerdì del libro

E se uno scheletro volesse imparare a volare? Se volesse sfidare il vento e la forza di gravità per provare l'ebrezza del volo? 
Cosa succederebbe?

Potremmo scoprirlo oggi, in occasione di questo Venerdì del libro grazie ad una lettura che, a dire il vero, ci è stata proposta in biblioteca il giorno di Halloween: Stefano Skeletro vuole volare.
Lo scheletro dev'essere sembrato un personaggio adatto per l'occasione ma la storia, a dire il vero, aveva tutt'altro scopo che non quello di mettere paura o creare un'ambientazione da Halloween.

Il piccolo Stefano, che è uno scheletro, ha un sogno: volare! 
Vorrebbe tanto lanciarsi dall'alto e fluttuare tra le nuvole... e prova a mettere in atto il suo sogno. Prova e riprova ma, ogni volta, fallisce!
E' troppo leggero e non riesce proprio... il vento passa attraverso le sue ossa e non riesce propria. Ma persevera. Prova e riprova. Cerca ogni modo possibile e immaginabile per poter realizzare il suo sogno e non si lascia abbattere dalle continue sconfitte.

Lo consiglio caldamente. 
E' un'edizione un po' vecchiotta ma potrebbe spuntar fuori dagli scaffali di qualche biblioteca ben fornita. Provate a cercare?
Riuscirà mai a volare? Mmmm... purtroppo per lui, no! 
Ma questo non lo fa abbattere. Anzi, lo carica ancora di più per provare comunque a fare qualche cosa che lo faccia felice... Il fatto di non poter volare non vuol dire che non possa fare altro di piacevole, emozionante ed unico...
E questa volta riuscirà nel suo intento!

Ecco, questa è la storia in soldoni ma il libro va letto per vivere l'avventura con Stefano e per vedere cosa riuscirà a fare.

Trovo che sia un libro davvero carino. Molto accattivanti le immagini, simpaticissimo il personaggio, storia godibile e divertente sotto alla quale si trasmette anche un chiaro messaggio: non perdersi mai d'animo, perseverare, provare e riprovare per realizzare un sogno che sembra irraggiungibile, un obiettivo che sembra lontano.

venerdì 6 novembre 2015

L'ipotesi del male (D. Carrisi) - Venerdì del libro


Mi ero ripromessa di leggere altro di Donato Carrisi, in particolare dopo aver letto (tutta d'un fiato) Il Suggeritore.

L'ho fatto e non sono rimasta delusa.
Anche questa volta Carrisi propone un thriller che tiene il lettore incollato alle pagine e ripropone un personaggio già conosciuto con il libro precedente. 
Torna Mila Vasquez, agente della sezione investigativa per le persone scomparse, la figura femminile che aveva già avuto un ruolo ne Il Suggeritore e di lei si approfondisce la personalità. Emergono le sue paure, sono palpabili le sue fragilità, i suoi spettri ma anche il suo coraggio ed il suo intuito.
Dopo il caso del Suggeritore - che ha lasciato in lei un segno indelebile - si trova alla prese con un altro caso altrettanto misterioso e difficile. Questa volta ha a che fare con le ombre che tornano da un luogo sconosciuto... sono gli scomparsi che, dopo tanto tempo, tornano a farsi vivi con degli intenti tutt'altro che buoni.
Dove sono stati per tutto il tempo in cui hanno fatto perdere le proprie tracce?
Chi c'è sotto al loro brutale ritorno?
Perché?

Entrano in scena personaggi che la aiuteranno a fare chiarezza sul caso anche se, fino alla fine, si lascia il lettore in sospeso... 

Carrisi torna a portare per mano il lettore nei meandri delle ricerche. Come avvenuto in precedenza, anche in questo caso non abbandona il lettore davanti a termini relativi alle indagini che potrebbero essere difficili da comprendere per chi non è eccessivamente preparato sull'argomento. Carrisi aiuta il lettore a capire fornendo in modo chiaro - e tanto da non intralciare affatto con il racconto - spiegazioni relative a modalità operative ed investigative che altrimenti resterebbero un po' difficili da comprendere. 
Segno, ancora una volta, di una profonda conoscenza dell'argomento. Trovo che sia un dettaglio apprezzabile, che fa la differenza rispetto a molti altri autori che, pur imbastendo trame altrettanto intriganti, lasciano i lettori soli davanti a tecnicismi scontati per chi è del mestiere ma astrusi a chi del mestiere non è.

Il libro racconta una storia che si svolge sette anni dopo che Mila si è occupata del caso del Suggeritore: ora si occupa di un caso che ha molte analogie con il precedente. 
E tutto, stavolta, ruota attorno ad una teoria... un'ipotesi. L'ipotesi del male, appunto. Un'ipotesi secondo la quale il bene di alcuni coincide sempre con il male di altri, ma è valido anche il contrario.

La storia non può essere raccontata nei dettagli. Mi limito a dire che apprezzo sempre di più Carrisi, il suo modo di scrivere e di dimostrare di avere cognizione di causa. Suspense assicurata, intreccio ben strutturato, scrittura fluente e chiara ma non banale. 

Lo consiglio agli amanti del genere, dopo aver letto - però - Il Suggeritore. E lo consiglio per questo Venerdì del libro.