mercoledì 15 marzo 2017

La principessa che credeva nelle favole (M. Grad)


Bel formato, bella copertina, titolo accattivante ma storia non all'altezza delle aspettative. Mi spiace dirlo ma La principessa che credeva nelle favole. Come liberarsi del proprio principe azzurro non mi è piaciuto.
Non mi è piaciuto perché mi aspettavo una storia ironica - questo mi aveva fatto pensare il sottotitolo, in particolare - e, comunque, una storia più originale di quella che mi sono trovata a leggere.
Pieno zeppo di luoghi comuni, stracarico di passi che possono essere proposti come citazioni sull'accettazione di se stessi, sul volersi bene, su come non ci si deve sforzare di essere ciò che gli altri vorrebbero che fossimo, ho fatto fatica ad arrivare alla fine perché si è abbattuto su di me un senso di noia che ho combattuto a fatica.

Non si tratta di un romanzo ma una favola che prende una direzione diversa da quella che, solitamente, ha come protagoniste principesse bionde e con gli occhi grandi.

Victoria è una principessa con tutti i canoni che ogni principessa che si rispetta deve presentare. 
E' oppressa da una ferrea educazione principesca, ha delle precise regole di comportamento da rispettare, non può dare sfogo ai suoi intimi pensieri e alle sue intime aspirazioni perché disdicevoli per una giovane del suo rango. Padre severo, madre premurosa ma attentissima all'etichetta, la principessa convive con una figura particolare. Si chiama Vicky ed è una bambina che solo lei vede e che viene considerata la causa di tutti i comportamenti sconvenienti che la principessa mostra nel regno.
E' una sorta di doppia personalità che mal si equilibra con la principessa perfettina che tutti vorrebbero che Victoria fosse. E onestamente questa Vicky fa un sacco di confusione!!!

A Victoria hanno sempre raccontato che arriverà un principe azzurro su un cavallo bianco e, anche se non a cavallo, il principe e azzurro arriva davvero tanto da sposarla. Bellissimo matrimonio regale e nuova vita per la principessa che, ben presto, si trova a fare i conti con la realtà. Il principe azzurro non è tanto azzurro, è piuttosto opaco come personalità, scuro come umore. Caratteristiche, queste, che emergono con il passare del tempo e che feriscono la principessa nel profondo.
Sopporta finché può ma alla fine Victoria se ne va, abbandonando suo marito.

Da questo momento intraprende un viaggio che la porterà a conoscere personaggi fantastici, in ambienti altrettanto fantastici per arrivare a comprendere - dopo una serie  di vicissitudini - che per trovare la vera felicità deve prima trovare se stessa ed apprezzarsi per quello che è.

Il principe viene abbandonato e non si sa più niente di lui. Alla fine mi sarei aspettata di sapere qualche cosa sulla sua sorte invece niente. Victoria impara la lezione e la storia finisce lì.

Tante frasi d'effetto vengono usate per far aprire gli occhi alla principessa ma alla fine il complesso risulta noioso, poco coinvolgente.  
Il personaggio che ho trovato più simpatico è il mago. Saggio (é la fonte di cotanta saggezza), intelligente, profondo ma... è una maga. Viene chiamato mago ma è una vecchietta che si esprime - com'è ovvio che sia - al femminile. Ma allora, dico io, perché non la chiamiamo maga? Usiamo centinaia di frasi ad effetto per far acquistare alla principessa fiducia poi una figura femminile importante nel racconto - che potrebbe  essere un bell'esempio di quanto anche una donna possa essere importante ed avere un ruolo fondamentale - la chiamiamo al maschile? Ogni tanto viene chiamata vecchietta ma resta sempre e comunque un mago.

Nella bandella ineterna si legge:
Marcia Grad, con il suo piccolo best-seller ha aiutato migliaia di donne a liberarsi di rapporti non autentici 
Ma dai... Non esageriamo!

Qualche citazione? Ma sì, suvvia!
La sofferenza rende il cuore più grande, consentendogli di fare spazio all'amore.
 Oppure
La perfezione, così come la bellezza, è negli occhi di colui che guarda. 

Ed ancora, una volta imparata la lezione:
Un tempo avevi bisogno di amare per sentirti bene. Adesso puoi scegliere di amare perchè ti senti bene!

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