mercoledì 14 marzo 2018

Forza e coraggio (G. Sintini con F. Parravicini)

Ho conosciuto Giacomo (Jack) Sintini un paio di anni fa, in occasione della presentazione della sua biografia dal titolo Forza e coraggio.
Per quasi due anni ho lasciato il libro a sedimentare tra tanti altri. L'ho prestato, me lo sono rigirato tra le mani più e più volte ma solo in questi giorni mi sono sentita pronta di leggere la sua testimonianza.

In occasione della presentazione mi sono emozionata parecchio: un ragazzone così alto ed atletico con un microfono in mano e con la sua anima a nudo davanti ad un pubblico attento, pronto a condividere il calvario che è stata la sua malattia. Quel cancro che lo ha aggredito con violenza quando era all'apice della sua carriera e che ha rischiato di mandare in frantumi la sua vita, il suo presente ed il suo futuro.
E ricordo di essermi ripromessa, in quel momento, che avrei affrontato la lettura al momento giusto.  Quel momento è arrivato, grazie anche alla Challenge Tutti a Hogwarts con le 3 ciambelle per l'obiettivo "biografia", nell'ambito della macro-categoria Tre manici di scopa.
  
Jack si racconta. E' un ragazzo fortunato: una bella famiglia alle spalle, una fortunata carriera nello sport che ama (la pallavolo) e nuove soddisfazioni all'orizzonte, una donna arrivata quasi per caso nella sua vita e diventata la sua compagna di vita, una figlia che ha consolidato il loro legame.
All'improvviso arriva il mostro con la sua buona dose di paura, sofferenze atroci, una battaglia da combattere ed una strada da percorrere tutta in salita.

Giacomo racconta i suoi pensieri più intimi, le sue paure, le sue sofferenze, il suo rapporto con Dio, quel Dio che in diversi momenti sembra essersi dimenticato di lui ma che Giacomo sente sempre al suo fianco. Racconta del suo rapporto con una donna, sua moglie, che si è fatta forza per tutti. Racconta il dolore fisico e il calvario che lo ha portato, poi, a fare la tragica scoperta: un linfoma non Hodgkin a grandi cellule b lo sta consumando. Paroloni che si sintetizzano con estrema semplicità: cancro e tutto ciò che comporta. Ospedali, mascherine, cure debilitanti e tanta, tanta sofferenza senza mai perdere, però, la voglia di combattere.

Giacomo non smette mai di lottare, nemmeno quando le sofferenze sembrano essere arrivate al di là di ogni limite: non combatte solo per se stesso ma anche per le persone che ama e in più passaggi sottolinea come la consapevolezza di dover lottare anche per loro lo abbia aiutato a non mollare.
Se è solo per me che lotto, so di poter arrivare fino ad un certo punto; se invece lo faccio per la mia famiglia, per la mia squadra, allora non c'è nessuno che possa fermarmi.
Combatte anche quando non si riconosce più: nel libro descrive i momenti più difficili senza voler strappare per forza compassione, senza voler impressionare il lettore, senza mai andare sopra le righe. E' come se si raccontasse ad un amico senza filtri ma anche senza voler spettacolizzare nulla. Ed ho apprezzato questa sua caratteristica: l'umiltà.

Il libro è scritto in modo chiaro e lineare. Leggere una riga dopo l'altra è stato come ascoltare la sua voce. E' stato capace di trasmettere tutte quelle sensazioni che ha vissuto sulla sua pelle (con le dovute proporzioni, è evidente) e mi ha fatto riflettere molto. E' lui stesso a rendere partecipe il lettore di una convinzione di fondo: nulla è importante quanto la salute, la vita. A tutto si può porre rimedio - ad un infortunio, ad una partita persa - ma quando c'è di mezzo la vita il discorso cambia e bisogna dare a tutto il giusto peso.

Credo di poter dire - non me ne vorrà - che è stato fortunato più di altri nella sua stessa situazione: non tutti riescono a dire di aver vinto la battaglia contro il cancro, anche se ce la mettono tutta. E' stato tenace, determinato è vero, ma gli è anche andata bene e credo che ci sia una componente che non possa essere riferita alla sua volontà e nemmeno alle cure. 
Era destino che per lui andasse bene, per altri non è stato così. Credo.
 
Giacomo non molla e il suo racconto vuole trasmettere fiducia a chi si trovasse in situazioni simili: lui lotta e vince. Non è spoiler, questo, perché già in copertina il sottotitolo dice "come ho sconfitto il cancro e sono tornato a vincere". Superata la fase più difficile, mi è sembrato di vivere sulla mia stessa pelle la difficoltà di rientrare in un ambiente, quello sportivo, che spesso non fa sconti. Anche in questo Jack è stato fortunato: l'ambiente della pallavolo non lo ha dimenticato e non lo considera come un malato ma come un atleta che, pur dovendo recuperare, ha ancora molto da dare. 
Ed ecco che arriva l'occasione del riscatto. 
 
Ho sofferto con lui, ho pianto con lui e per lui. Mi sono emozionata!
Ho ammirato quel Jack che non ha mai abbassato la testa nemmeno nei momenti più difficili e la sua forza, la sua determinazione.

Ho letto con piacere i riferimenti al mondo della pallavolo: un mondo che amo e che ora amo ancora di più dopo aver saputo il trattamento che ha riservato a lui.

Nessun commento:

Posta un commento